Milano, 8 ottobre 2015 - Lo chiedono da tempo. E ieri mattina lo hanno ribadito pure al capo di Gabinetto della Prefettura, Ugo Taucer: «In via Palazzi abbiamo bisogno della presenza costante della polizia». Divise come deterrente per i bivacchi di profughi al Lazzaretto. Una soluzione-tampone per arginare l’emergenza, per la verità già ridimensionata in termini numerici negli ultimi giorni. La richiesta del Comitato italo-africano di liberazione di Porta Venezia ora passerà al vaglio del Comitato per l’ordine pubblico, l’organismo che settimanalmente si riunisce per affrontare i temi più «caldi» sul fronte della sicurezza in città.
In realtà, del presidio fisso di agenti (misura caldeggiata anche dal Comune) se n’è parlato più volte a Palazzo Diotti, anche se alla fine i rappresentanti di istituzioni e forze dell’ordine hanno sempre preferito l’approccio «morbido». Che i suoi frutti, va precisato, li ha pure portati. A differenza del recente passato, infatti, non si vedono più migranti in via Vittorio Veneto né ai giardini pubblici di via Palestro, soprattutto grazie all’impegno dei volontari di Fondazione Arca e dell’associazione «Cambio passo». Ai mediatori culturali va pure il merito di aver convinto giorno dopo giorno i ragazzi in fuga dal Corno d’Africa ad accettare un posto in uno dei centri d’accoglienza messi a disposizione dall’amministrazione di piazza Scala.
Un nodo mai sciolto c’è ancora, e proprio di questo si lamentano i cittadini: i bivacchi in via Palazzi. Anzi, nel tratto centrale di via Palazzi, tra via Tadino e largo Bellintani. Settanta metri o poco più. Cosa fare? Per ora non ha dato grandi risultati il servizio pomeridiano dei City Angels. E neppure hanno sortito effetti i due blitz interforze negli esercizi commerciali della zona. «Abbiamo apprezzato molto il segnale di attenzione del prefetto Tronca – fa sapere Paolo Uguccioni, uno dei fondatori del Comitato –. Ora ci auguriamo che alle parole seguano i fatti: saremo davvero soddisfatti solo quando la questione sarà superata». Intanto, pure loro si preparano a dare un contributo per rasserenare il clima a Porta Venezia: si farà presto l’annunciata festa multietnica con scambio di specialità culinarie tra italiani e africani. Un segnale di distensione per lanciare un messaggio chiaro: «Nessuno di noi ce l’ha con quelle persone, chiediamo solo decoro, dignità e lavoro».
Infine, ieri è arrivata la replica del Comune alle accuse lanciate proprio dal Comitato – e riportate dal Giorno – sulla presenza di «baby profughi abbandonati». Ecco la nota dell’Assessorato alle Politiche sociali: «Dall’ottobre 2013, da quando è scoppiata l’emergenza profughi, Milano ha accolto 82mila persone. Di queste oltre 16mila erano minori, bambini e ragazzi a cui è stata data assistenza con un’attenzione costante che non mai è venuta meno, neanche nelle fasi più acute dell’emergenza». E ancora: «Nonostante le difficoltà emerse nella gestione nazionale dell’accoglienza che il Comune di Milano per primo ha sollevato, nessun minore è stato lasciato solo». nicola.palma@ilgiorno.net
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