L’allarme da Porta Venezia «Baby profughi abbandonati denunceremo le istituzioni»

L’attacco del comitato. Oggi incontro in Prefettura di Nicola Palma

L’istantanea scattata da un residente di via Palazzi il 28 agosto «Non intendiamo più tollerare scene del genere» sostengono i promotori del Comitato italo-africano di liberazione di Porta Venezia

L’istantanea scattata da un residente di via Palazzi il 28 agosto «Non intendiamo più tollerare scene del genere» sostengono i promotori del Comitato italo-africano di liberazione di Porta Venezia

Milano, 7 ottobre 2015 - Paolo Uguccioni stringe la foto tra le mani. I residenti del Lazzaretto stanno protestando da mesi «perché non intendiamo più tollerare scene come questa». L’istantanea stampata su un foglio A4, datata 28 agosto, ritrae una bimba addormentata sul marciapiedi di fianco alla giovane madre eritrea. Sequenze da via Lazzaro Palazzi, settanta metri o poco più invasi dai bivacchi di profughi subsahariani. «Non possiamo più sopportare una situazione del genere – attacca Luca Longo, cooperante internazionale e presidente di Asscomm Porta Venezia –. Qualcuno si deve occupare di questi ragazzi, di questi bambini: non possono essere lasciati senza assistenza, anche perché nessuno li ha mai identificati e quindi nessuno può sapere a quale destino stanno andando incontro». Vale a dire: «Noi temiamo che bambini e giovanissimi finiscano nelle mani di gente senza scrupoli: le istituzioni devono fare la loro parte». Finora, secondo i cittadini, non l’hanno fatta: «Stiamo valutando un’azione legale contro le autorità competenti per abbandono di minori».

Intanto, stamattina alle 12 i rappresentanti del neonato «Comitato di liberazione di Porta Venezia» saranno ricevuti in Prefettura dal capo di Gabinetto di Palazzo Diotti Ugo Taucer proprio per parlare dell’emergenza migranti nel dedalo di stradine a ridosso dei Bastioni. Ecco cosa gli diranno: «Vogliamo riportare in questa zona dignità, decoro, sicurezza e lavoro». Con particolare enfasi sull’ultimo degli obiettivi citati, visto che gli esercenti lamentano da tempo un calo degli affari pari al 70%. Allarme condiviso, a quanto pare, anche dai commercianti africani di via Palazzi, se è vero che tra i fondatori dell’associazione figurano pure un negoziante eritreo e un rappresentante della comunità etiope. E non a caso il simbolo dell’iniziativa è una stretta di mano tra un bianco e un nero. «Condividiamo le stesse preoccupazioni: siamo stufi di vedere tanti nostri connazionali in queste condizioni», afferma Ghegreyesus Teclemariam. «Pisapia è riuscito a scontentare tutti», cavalca il malcontento Riccardo De Corato di Fratelli d’Italia, presente alla conferenza stampa organizzata in un ristorante. Aggiunge Uguccioni: «Abbiamo scelto la condivisione e non la contrapposizione: solo stando insieme, possiamo far pressione su chi ci governa per risolvere il problema una volta per tutte».

Sì, perché, proseguono i promotori del sodalizio, «non si può aspettare che l’inverno e il mare in tempesta scoraggino le partenze dalla Libia, altrimenti ad aprile ci ritroveremo ancora in difficoltà». La richiesta è chiara: istituire un presidio fisso di polizia che faccia da deterrente e che affianchi l’opera di mediazione culturale portata avanti dai volontari di «Cambio passo» e dai baschi blu dei City Angels, evitando invece quei blitz interforze che rischiano di portar più danni che benefici alle attività del quartiere. «Se la questione non verrà affrontata – l’aut aut di Uguccioni – faremo una bella marcia verso Palazzo Marino: porteremo lì i profughi e vedremo se si accorgeranno di noi». Polemica a parte, il comitato ha già messo in cantiere una festa multietnica con scambio di specialità culinarie: «Dimostreremo a tutti che non siamo razzisti e che la nostra priorità è tutelare queste persone».nicola.palma@ilgiorno.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro