Maroni e il progetto sul fast Expo: «Start up e asili contro il degrado»

Il governatore pronto a mettere come Regione le risorse necessarie di Stefania Consenti

Roberto Maroni governatore della Lombardia

Roberto Maroni governatore della Lombardia

Milano, 24 luglio 2015 - Incubatori d'impresa, big data center, aule universitarie nelle “aree service’’ e attività espositive e culturali con spazi per la Triennale, ad esempio, nel bellissimo padiglione Zero. La parola d’ordine è evitare di consegnare le aree Expo al degrado, come è accaduto ad esempio a Siviglia, con il rischio di vederle occupate abusivamente. E la Regione Lombardia ha presentato ieri un piano in sette punti per rendere fruibili e vive queste aree già a partire da novembre. Sia chiaro, la vera e propria fase post Expo inizierà da luglio 2016 e avrà tempi più lunghi. Ma il governatore Maroni propone un «fast post Expo» che può convivere con il cantiere: infatti dai primi di novembre sino al 30 giugno 2016 i Paesi smantelleranno i padiglioni.

Nel progetto che sarà illustrato in questi giorni anche ad Expo e Arexpo e che naturalmente si allarga alla collaborazione di enti privati (Oscar Farinetti si è detto interessato a restare) e pubblici, è previsto il completamento del «Children park» con asili e scuole dell’infanzia, l’utilizzazione della collina mediterranea e l’area Slow food e la valorizzazione non solo di Palazzo Italia ma anche della cascina Triulza. «Vogliamo evitare il rischio di degrado e occupazioni e vogliamo discutere subito di questo nostro piano con chi ci sta per poterlo realizzare rapidamente. Occorreranno delle risorse per riconvertire le strutture? Certo, ma si tratta di un buon investimento, perché queste strutture resteranno: la Regione Lombardia è disponibile a mettere le risorse necessarie per fare in modo che l’area sia utilizzata immediatamente». Sui fondi però il governatore non si sbilancia. Ammette che è «un progetto difficile», una scommessa che si può vincere. «Abbiamo tre mesi di tempo per definire chi fa che cosa in quest’area - insiste Maroni - secondo il nostro progetto che potrà essere integrato da altre proposte».

Il compito di contattare istituzioni e privati è stato affidato a Giulio Gallera, sottosegretario con delega ai Rapporti con la Città metropolitana e al Coordinamento dei progetti speciali afferenti allo stesso territorio: «È una scommessa importante - precisa - per la Lombardia. Chiamerò subito tutti coloro che hanno idee e progetti per animare la zona, a partire dal presidente della Fondazione Cascina Triulza, Sergio Silvotti, e Oscar Farinetti di Eataly, che si sono detti disponibili a dare il loro contributo anche dopo la fine della manifestazione». Ma i Cinquestelle sono scettici su un progetto che pare calato dall’alto. Spiega la consigliera Silvana Carcano: «Ogni ipotesi sul dopo Expo va affrontata contemporaneamente al tema delle bonifiche e del dismalting, primi scogli da superare per individuare un progetto sul quale investire». Mette in guardia anche la Cgil e affinchè «non si ripetano gli errori del passato chiede un tavolo sullo smantellamento dell’area che vedrà nuovamente in essere per 8 mesi un grande cantiere, con tutti i rischi connessi con un’opera complessa che vede in campo centinaia di imprese con committenti diversi». Un plauso al progetto di Maroni, «da prendere subito in seria considerazione», arriva dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini. «Questa proposta - sottolinea - potrebbe essere declinata, fin da subito, col progetto formulato da Assolombarda di ‘Milano Città Steam’. Un modo intelligente per presidiare un territorio vocato all’ innovazione e alla ricerca. Proposta, tra l’altro, che potrebbe essere, già nella fase di organizzazione, aperta al mondo delle associazioni d’impresa».

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