Processo Lega Nord, giudice: "Bossi e famiglia mantenuti da soldi partito"

Motivazioni della prima sentenza riguardante lo scandalo sui fondi del partito emerso nel 2012. Il figlio Riccardo fu condannato a 1 anno e 8 mesi per appropriazione indebita aggravata

Umberto Bossi e Francesco Belsito (Ansa)

Umberto Bossi e Francesco Belsito (Ansa)

Milano, 6 giugno 2016 - Dalle intercettazioni tra l'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e l'ex segretaria di via Bellerio Nadia Dagrada emerge che "dopo la malattia di Umberto Bossi, non solo costui, ma la moglie e i figli erano interamente mantenuti dalla Lega e che i 'costi dei ragazzi' erano addirittura di gran lunga superiori a quelli che lo stesso segretario della Lega immaginava". E' uno dei passaggi delle motivazioni alla sentenza con cui il giudice dell'ottava sezione penale di Milano, Vincenzina Greco, ha condannato con rito abbreviato Riccardo Bossi a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravata. Le intercettazioni che cita il giudice fanno parte degli atti relativi al primo processo arrivato a sentenza, lo scorso 14 marzo, sui fondi pubblici del partito che sarebbero stati usati per fini privati. Il giudice sottolinea che "l'impianto probatorio" a carico di Riccardo Bossi, imputato per spese con i fondi della Lega per circa 158mila euro, "e' ponderoso e granitico". Per il legale di Riccardo Bossi, l'avvocato Francesco Maiello, "l'impressione e' che con questa sentenza si sia voluto coinvolgere, a tavolino, il figlio nel reato al massimo commesso dal padre. Il padre autorizzo' un suo collaboratore a dare quei soldi al figlio, figlio che non sapeva nulla del fatto che quei soldi derivassero, secondo l'ipotesi d'accusa, da finanziamento pubblico". (Fonte AGI)

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro