Startup innovative e impresa 4.0. La Lombardia traina il Paese / FOTO

Milano, le sfide dell’economia alla tavola rotonda del "Giorno"

La tavola rotonda per i 60 anni del "Giorno" (Newpress)

La tavola rotonda per i 60 anni del "Giorno" (Newpress)

Milano, 10 novembre 2016 - Una startup innovativa ogni cinque in Italia ha casa in Lombardia e il 70% delle 400 fondate l’anno scorso è nato a Milano. Milano smart city. Milano capitale delle startup. Milano città che compete a livello europeo con le altre metropoli. Il capoluogo lombardo ha ormai cambiato faccia e ha raccolto la sfida della quarta rivoluzione industriale e della crescita tecnologica. Ed è questa la Milano che ha raccontato la penultima tavola rotonda organizzata dal «Giorno» in occasione delle celebrazioni per i sessant’anni della testata. «Startup e innovazione: l’impresa 4.0», questo il titolo dell’incontro in scena ieri sera all’Unicredit pavilion, nel cuore del quartiere dei grattacieli che ha rivoluzionato lo skyline di Milano. «Da quando è stato istituito il registro nazionale delle startup innovative, Milano ha la maggioranza relativa e ha guadagnato molto sul terreno delle cosiddette smart city - spiega Cristina Tajani, assessore del Comune di Milano a Lavoro e commercio -. Stiamo procedendo con una semplificazione degli strumenti, nei prossimi giorni presenteremo un accordo sottoscritto con Camera di commercio, Assolombarda e Confcommercio per restituire alle imprese nascenti un punto unico di accesso per le agevolazioni e lo snellimento delle pratiche amministrative». Anche Regione Lombardia è in campo. Come ha spiegato l’assessore all’Innovazione e alla ricerca, Luca Del Gobbo, «il 15 novembre in aula arriverà il progetto su innovazione e ricerca, «Lombardia ricerca». I nostri accordi di ricerca, già partiti, nella prima tranche coinvolgono 92 progetti che muoveranno 600 milioni di euro». La quarta rivoluzione industriale non è confinata alla sola fabbrica ma, soprattuto, è un movimento tellurico che ha nell’artigianato una delle direttrici di sviluppo più floride. Ad esempio attraverso i fablab e i maker space, che a Milano fioriscono, come ha ricordato l’assessore Tajani. «Gli artigiani hanno tutti i numeri per adattarsi a questa rivoluzione», spiega Marco Accornero, segretario dell’Unione artigiani. Dal parrucchiere che presenta i tagli con dispositivi digitali ai gioiellieri che stampano mobili con le stampanti 3D. Avanguardia di un esercito di 27mila imprese artigiane nella sola Milano e di 260mila in Lombardia, che danno lavoro a oltre un milione di persone. Non solo industria, quindi, ma «impresa 4.0, c’è un problema lessicale che è sostanziale - spiega Marco Barbieri, segretario generale Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza -. È importante la piccola e media impresa per lo sviluppo del made in Italy. Il nostro rapporto Assintel segna una crescita delle imprese del digitale del 3%, che vanno valorizzate in ottica di sistema e di filiera». Impresa tradizionale e impresa innovativa. Come la startup Marioway, che sta lavorando per rinnovare un ausilio per 70 milioni di persone al mondo come è la carrozzina per disabili, «che è stata inventata nel 1932», ha raccontato il business development manager Flaviano Tarducci: «Ora siamo in una fase prototipale avanzata». Ai lavori, aperti dal direttore del Giorno, Giuliano Molossi, e moderati dal vicedirettore, Sandro Neri, hanno partecipato anche Alfonso Gentile, direttore medico di Roche spa, Raffaello Balocco, direttore dell’osservatorio Startup del Politecnico di Milano, Alberto Schiavon, presidente di Xidera, Pietro Pensa, sindaco di Esino Lario, Giuseppe Di Blasio, responsabile di Qn Economia e lavoro e per Unicredit Paola Garibotti, Head of country development plans, e Giovanni Solaroli, regional manager. Ospite speciale lo chef Davide Oldani, che ha descritto l’innovazione da un’angolazione particolare quale quella della cucina, che, ha raccontato, «oggi è diventata un bene comune». Portabandiera di una cucina pop, a chilometro zero, Oldani ha aperto «da tre mesi un nuovo ristorante a San Pietro all’Olmo a Cornaredo, in una vecchia pizzeria vicino a una chiesa curata dal Fai». Una scelta di vicinato, la conclusione di Oldani, per raccogliere «le grandi possibilità che sta dando Milano come poche città al mondo».

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