Sosta selvaggia, bambino investito. E ora il papà rischia anche la multa

Due furgoni occupavano le strisce impedendo la visuale del semaforo

Uno dei due furgoni in sosta vietata

Uno dei due furgoni in sosta vietata

Milano, 18 ottobre 2016 - Un verbale e una possibile multa al bimbo investito da un’auto. Perché non avrebbe attraversato sulle strisce. È l’ipotesi prospettata da un vigile al padre della vittima. Peccato che le strisce fossero interamente occupate da un grosso furgone, peraltro contromano, come documentano le foto che lo stesso genitore ha mostrato agli agenti, dopo averle scattate sul posto con il telefonino. Ma c’è dell’altro. Un secondo furgone, anch’esso immortalato, impediva che le auto in arrivo vedessero il semaforo. Due furgoni multati, dopo le rimostranze del padre. Accade poco prima delle 10 di domenica, in via Archimede, angolo via Fiamma, nella giornata di festa della via, con bancarelle, giostre, giochi per bambini, e dopo alcuni giorni di pioggia è uscito uno splendido sole autunnale. Tanto basta perché la strada si riempia presto di famiglie e di curiosi.

Tra loro c’è anche R. Basile, 13 anni, che con la mamma e due sorelline percorre a piedi via Archimede in direzione via Fiamma. Quando arriva all’incrocio attende il verde pedonale per attraversare. Nessun vigile presidia l’incrocio. Nel frattempo arriva da via Archimede una Panda condotta da una donna, che cerca di svoltare a destra in via Fiamma. Accortasi che la strada è chiusa per le bancarelle, la signora raddrizza il volante e innesta la prima, per liberare il centro dell’incrocio e ripercorrere via Archimede. Nel frattempo arriva la luce verde per i pedoni e il piccolo R., che avrebbe dovuto fare il giro dell’ingombrante furgone in sosta vietata, per attraversare, si sposta di lato. Venendo travolto.

La donna, che andava piano, sbianca, scende ed è la prima a soccorrere il bimbo, sotto gli occhi atterriti della madre e delle sorelline, giunte da lì a pochi secondi. Il bimbo è sotto choc, ma per fortuna i danni appaiono presto limitati. Ha un dente e il labbro rotto, qualche livido, delle escoriazioni e soprattutto un enorme spavento. La madre di R. avvisa il papà, Giuseppe Basile, 53 anni, ortopedico e medico legale, che arriva di lì a poco. Dopo essersi accertato delle condizioni del figlio, chiama i vigili. Rimarcando agli agenti la presenza del primo furgone, soprattutto, ma anche di quello che impedisce la visuale. Quando, intorno alle 14, l’uomo viene “liberato”, torna a casa dal bambino. Di lì a poco, lo raggiunge un vigile. Lo stesso che farà presente la possibilità del verbale-beffa. Nel pomeriggio, alcune visite mediche al pronto soccorso e da un dentista accerteranno che il bimbo ha subito alcune ecchimosi, la rottura di un dente e plurime contusioni escoriate.

"Non ce l’ho affatto con la signora che guidava l’auto – spiega Basile –. Peraltro è stata molto gentile e ha chiamato a casa per vedere come stava mio figlio. Quel che mi dispiace è aver notato come, durante questa manifestazione, siano venuti meno dei precisi standard di sicurezza". La tesi di Basile è semplice: se via Fiamma veniva percorsa di continuo da pedoni, in buona parte nemmeno attenti ai semafori, perché nascosti, e se le vie che incrociavano il mercato erano aperte alle auto, "ci sarebbe voluta la presenza di un vigile a ogni incrocio, o almeno di alcuni volontari, per assicurare che nessuno si facesse male. Quel che è accaduto a mio figlio poteva succedere a chiunque. Credo che le istituzioni debbano riflettere su questi dettagli, quando organizzano o autorizzano manifestazioni pubbliche. E vedere che qualcuno possa parcheggiare impunemente il furgone dove capita, mettendo a rischio la sicurezza degli altri, mi ha lasciato di stucco".

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