Rom muore in strada: scoppia la polemica

La donna, stroncata da un attacco cardiaco, si era accampata fuori dal Centro di emergenza sociale dopo uno sgombero

Una donna rom (foto di repertorio)

Una donna rom (foto di repertorio)

Milano, 30 maggio 2017 - «Ieri notte (domenica, ndr) davanti al cancello del Ces, Centro di emergenza sociale, di via Sacile, una donna rom di 42 anni è morta a causa di un attacco cardiaco. Lascia i genitori, il marito e tre figli». Lo comunica in una nota ReteRom, coordinamento composto da Associazione ApertaMente di Buccinasco, Associazione Upre Roma, Associazione di Promozione sociale Fabrizio Casavola, Grt e Naga. E puntualizza due aspetti: il primo, che la donna dormisse su un materasso per strada, accampata fuori dal Ces dopo uno sgombero «avvenuto senza preavviso, senza assistenti sociali e senza proposte alternative». Il secondo, che il custode del Ces presente in quel momento «non ha chiamato immediatamente l’ambulanza nonostante le insistenti, pressanti e disperate richieste degli ospiti».

Ed è subito polemica. La Fondazione Casa della Carità, che gestisce la struttura insieme a Fondazione Somaschi, ribatte con un’altra nota: «Il custode del centro in turno ha risposto prontamente alle richieste di aiuto chiamando i soccorsi dal telefono di servizio». In ogni caso «la Fondazione esprime il suo dolore per la scomparsa prematura della donna, morta per un malore nella vicinanze del Ces ed esprime le sue condoglianze alla famiglia». ReteRom fa sapere che la donna si era sistemata all’aperto, all’ingresso del Ces, «dopo che la mattina di venerdì 26 la polizia locale aveva sgomberato - distruggendo ogni cosa - il gruppo di famiglie che si era accampato nel boschetto a fianco del centro. Questa donna nel centro aveva la sorella». E «aveva mostrato la documentazione sul suo stato di salute in occasione dello sgombero». Domenica, la 42enne ha avuto un attacco cardiaco. ReteRom conclude: «In questa tragedia si specchia la situazione di abbandono delle comunità rom». La situazione esterna al Ces di via Sacile, evidenzia Casa della Carità, è stata segnalata più volte. Ora, «a maggior ragione dopo questo tragico avvenimento, risulta necessario ripristinare un’efficace collaborazione tra istituzioni e terzo settore affinché le persone vengano accolte nel centro nel miglior modo possibile e vengano trovate soluzioni positive anche per chi non aveva trovato in questi ultimi mesi un posto al suo interno».

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