Precipita nel vuoto a due passi dalla vetta: 23enne milanese muore sul Due Mani

Giorgio Piccardi stava ultimando la ferrata “Contessi” con tre amici

Un escursionista impegnato in ferrata

Un escursionista impegnato in ferrata

Milano, 8 dicembre 2017 - Pochi passi ancora, giusto il tempo di affrontare l’ultimo tratto del sentiero in cresta, e avrebbe conquistato i 1.666 metri della vetta del monte Due Mani, sopra Lecco. Invece, subito dopo essersi sganciato dalle corde di sicurezza della via ferrata, ha messo un piede in fallo ed è precipitato di sotto, un salto nel vuoto di oltre un centinaio di metri che non gli ha lasciato scampo. I tre amici di Giorgio Piccardi, 23 anni di Milano, non hanno potuto nulla per trattenerlo e salvarlo, lo hanno visto pietrificati cadere di sotto. Tra loro c’era anche il suo migliore amico. Hanno subito allertato i soccorsi, uno degli altri escursionisti ha raggiunto il giovane che sembrava respirare ancora, anzi rantolare, ma quando sul posto sono arrivati i soccorritori ormai era tardi, non è rimasto altro che constatarne il decesso e recuperare la salma.

L'incidente in quota si è verificato nel primo pomeriggio di ieri. Quando è scattato l’allarme sono stati immediatamente mobilitati i sanitari del 118 e i tecnici del Soccorso alpino che, per guadagnare minuti preziosi, hanno raggiunto il luogo dell’intervento con l’eliambulanza di Como. «Ci hanno riferito che poco prima che arrivassimo il ragazzo pareva fosse vivo – spiegano i soccorritori –. Purtroppo quando noi lo abbiamo raggiunto il suo cuore non batteva più, era già spirato». Gli operatori di Areu e del Cnsas si sono così concentrati per riportare a valle uno dei componenti della comitiva di scalatori perché sotto shock e non in grado di affrontare da solo la discesa, mentre gli altri due si sono arrangiati da soli. «Il giovane aveva terminato di risalire la ferrata Simone Contessi, che termina più in basso – proseguono i soccorritori -. Era praticamente in cima, doveva affrontare solo l’ultimo tratto in cresta, non molto impegnativo lungo un sentiero attrezzato a tratti con delle catene».

«Era finita la catena , dopo essersi sganciato, probabilmente mentre stava riattaccando il moschettone all’imbracatura che indossava, è inciampato, ha perso l’equilibrio ed è precipitato». L’escursionista non era uno sprovveduto ed era ben equipaggiato, forse però ai piedi portava scarpe non adatte alle condizioni del terreno troppo duro scivoloso. Non sarebbe morto sul colpo, nonostante abbia perso subito conoscenza e non abbia avuto modo di realizzare quanto gli stesse succedendo, ma le lesioni riportate nell’impressionante volo erano troppo gravi per sperare nel miracolo che riuscisse a salvarsi.

 

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