Expo, Procura Generale: inchiesta su Piastra va approfondita

Si saprà nel giro di un mese se la Procura Generale Milano rinnoverà la richiesta di archiviazione già avanzata dai pm o chiuderà l'inchiesta

Il Tribunale di Milano

Il Tribunale di Milano

Milano, 11 novembre 2016 - Si saprà nel giro di un mese se la Procura Generale Milano, che a sorpresa ha sfilato le indagini alla Procura, rinnoverà la richiesta di archiviazione già avanzata dai pm o chiuderà l'inchiesta sulla Piastra dei Servizi di Expo in vista di un'istanza di rinvio a giudizio dei cinque indagati. L'inchiesta (che fu anche al centro dello scontro Bruti-Robledo) sull'appalto più rilevante di Expo era partita nel 2012. Oggi infatti davanti al gip Andrea Ghinetti che, non avendo accolto la richiesta di archiviazione, aveva convocato le parti per la discussione della vicenda per poi decidere se archiviare o chiedere un supplemento di indagine o ordinare l'imputazione coatta, non si sono presentati i pm Roberto Pellicano, Paolo Filippini e Giovanni Polizzi ma il sostituto pg Felice Isnardi il quale ha chiesto formalmente di revocare la richiesta di archiviazione e, come prevede il codice, ha avocato le indagini togliendole di fatto agli stessi pm. "Abbiamo intenzione di operare alcuni approfondimenti investigativi", ha detto il pg in aula davanti ai difensori e al giudice. Ora avrà tempo 30 giorni per ulteriori accertamenti e per effettuare, se lo riterrà, alcuni interrogatori anche di testimoni, tra i quali, come è stato riferito, anche dell'ex numero uno di Expo nonchè attuale sindaco di Milano, Giuseppe Sala

L'INCHIESTA - Nella loro richiesta di archiviazione, depositata qualche mese fa, i pm avevano scritto che sebbene l'attività di indagine avesse "evidenziato come nella procedura di aggiudicazione del principale appalto dell'evento Expo 2015" vi fossero "numerose anomalie e irregolarità amministrative" - per altro evidenziate dall'audit interno - e come l'offerta si presentasse così "'anormalmente bassa' rispetto all'entità delle prestazioni richieste dal bando", "non si è giunti a provare l'esistenza di accordi collusivi che avrebbero determinato i pubblici ufficiali, in cambio di una illecita remunerazione, a deviare le regole del corretto agire amministrativo".

IL SINDACO SALA - "La cura che c'è stata prima di pagare il conto" ai fornitori "è una cura assoluta, passata anche attraverso passi normali come la verifica da parte dell'avvocatura dello Stato e dell'anticorruzione". Queste le parole del sindaco di Milano Giuseppe Sala. A chi gli chiede se sarà sentito come testimone, Sala ha risposto: "Mi dispiace ma non ne so nulla. Leggo anch'io le notizie sui giornali. D'altro canto sull'inchiesta sulla Piastra si sta lavorando da tantissimo tempo. Chi lavora con la pubblica amministrazione è più che altro preoccupato di essere certo che verrà pagato. Rimane il fatto - ha concluso - che so che ancora oggi non è stato ancora pagato interamente Mantovani".

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