Bici rubate e legate ai pali per rivenderle. Poi la trattativa avviene "a distanza"

Ecco come agiscono ora i ricettatori: alla luce del sole. La polizia locale ha ritrovato una due ruote sparita 15 giorni fa

Bicicletta rubata restituita al proprietario

Bicicletta rubata restituita al proprietario

Milano, 6 febbraio 2017 - Bici legate ai pali con catena e lucchetto. Come fossero lasciate lì dai legittimi proprietari. E invece no. L’ultimo escamotage dei ricettatori è «parcheggiare» le due ruote in punti specifici, alla luce del sole, per non destare sospetti. Le tengono d’occhio a distanza. E se c’è un acquirente interessato, la trattativa avviene lontano dalla merce. Ad «affare fatto» il ricettatore prende i soldi e il neo-proprietario riceve le chiavi per portarsi via la bici. Un modo per abbattere il rischio di essere scoperti. Ma nell’eterna lotta tra guardie e ladri, la polizia locale (Squadra contrasto bici rubate, coordinata dal comandante Antonio Barbato e diretta dal vice commissario Daniele Lo Presti) sabato ha incassato un punto in più. Scoprendo che una «bici sospetta» legata a un palo di piazza Caiazzo all’angolo con via Gaffurio era di provenienza furtiva. Nessuna traccia del ricettatore, ma c’è stato il lieto fine: la due ruote è stata liberata dalle catene e restituita al proprietario-vittima. Che, ironia della sorte, è Marco Delle Donne, fondatore della pagina Facebook “Bici rubate a Milano - segnalazioni e avvistamenti”. Il palo di via Gaffurio è uno dei più utilizzati dai malviventi per parcheggiare le bici rubate da rivendere. Così come quello poco distante, all’ingresso della stazione del metrò. «In via Gaffurio passiamo tutti i giorni (in borghese) e abbiamo denunciato oltre 50 persone per il reato di ricettazione», da settembre a oggi, si legge sulla pagina Facebook “Bici rubate e ritrovate” curata dalla polizia locale.

Delle Donne aveva subito il furto della sua mountain bike venerdì 20 gennaio in via Pacini, zona Lambrate. «Ero entrato in un negozio, non avevo legato la bici perché sapevo che avrei impiegato poco tempo. La tenevo d’occhio dalla vetrina. Il tempo di girarmi un minuto a parlare con la commessa e la bici non c’era più». Sabato, un utente della sua pagina ha caricato la foto di una bici «sospetta» legata al palo di via Gaffurio. E Delle Donne non ha avuto dubbi: «È la mia».

La polizia locale è intervenuta subito, il numero di telaio della bici corrispondeva con quello comunicato dal cittadino. «Nonostante un appostamento di oltre un’ora non siamo riusciti a identificare il possessore materiale (per denunciarlo all’Autorità giudiziaria) ma abbiamo restituito a Marco la sua bicicletta», tranciando la catena che la legava, agganciata pure a una seconda bicicletta.

E ieri un’altra due ruote è stata restituita. Un giovane a spasso in piazza XXV Aprile si è accorto che una delle bici in sosta era quella rubatagli due mesi fa. Anche lui era sicurissimo fosse la sua: anni fa gli era stata donata dalla mamma, l’aveva personalizzata e aveva apportato delle modifiche. Con sé aveva le foto della sua bici. Gli agenti della polizia locale intervenuti hanno verificato che fosse effettivamente sua e gliel’hanno riconsegnata.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro