«Boom della cassa in Lombardia. Giù le mani dagli ammortizzatori»

Elena Lattuada (Cgil): pronto un progetto per far ripartire l’edilizia. di Stefania Consenti

Elena Lattuada, Cgil

Elena Lattuada, Cgil

Milano, 21 novembre 2014 - «Abbiamo ricostruito un fronte, seppur parziale, con la Uil, anche se ci sarebbe piaciuto uno sciopero unitario e adesso stiamo mettendo a punto la strategia. Parola d’ordine? Saremo aperti per sciopero, dove la parola aperti sta per condivisione ». Elena Lattuada, segretario generale della Cgil Lombardia, gioca con il gettone (sì proprio quello citato da Renzi a proposito dell’Iphone) solitamente appuntato sulla giacca, una spilla con tanto di simbolo della Cgil, e prepara le iniziative per lo sciopero del 12 dicembre contro Jobs act e legge di stabilità. «Sentiremo martedì la Uil ma l’idea è di fare manifestazioni territoriali, dobbiamo coinvolgere il maggior numero di lavoratori e cittadini»

 Una Lombardia che soffre e perde posti di lavoro. «Già, il tasso di disoccupazione della Lombardia cresce velocemente, dal 4% del 2007 siamo passati all’8,6% del secondo trimesre del 2014. Poletti può dire quello che vuole... In Lombardia tra il 2007 e il 2014 sono stati registrati tassi di crescita della cassa integrazione prossimi all’800%. Solo quest’anno toccheremo il dato record di 200 milioni di ore. Abbiamo sempre considerato la crisi come strutturale ma la dinamica della cassa ci indica una situazione economica e sociale senza paragoni».

Il tessuto sembra aver retto... «Sì ma non può durare lungo, ed è questa una ragione dello sciopero: diciamo no ai tagli dei fondi per gli ammortizzatori previsti nella legge di stabilità e a quelli che si fanno a Comuni e Regioni. In Lombardia la situazione si è mantenuta in equilibrio anche grazie al lavoro importante che si è svolto in Regione in questi sette anni, garantendo un sistema di anticipazione sociale per gli ammortizzatori, un vero sostegno al reddito, che non si è visto dovunque. Mi sento di dire che è stato fatto un lavoro importante. Senza ammortizzatori ci sono i licenziamenti».

È preoccupata? «Sì. C’è il rischio che nel 2015 fenomeni sociali come quelli che si sono registrati a Milano (dove vanno condannate le occupazioni abusive e la violenza), possano acuirsi perché possono aumentare le famiglie in difficoltà. Bisogna capire che gli ammortizzatori vanno finanziati almeno finchè questa crisi non passa. Poi, altra cosa, si faccia una riforma degli ammortizzatori sociale e che tutti vi contribuiscano, lavoratori e imprese».

Anche se flebili, si registrano dei segnali di ripresa in alcuni settori... «Ma non sono aumentati i posti di lavoro». Cosa si può fare in Lombardia? «Stiamo pensando a iniziative nel settore edilizio per rimetterlo in moto puntando non alle grandi opere ma a lavori di recupero e manutenzione del territorio che possono generare nuovi posti di lavoro. Alla Regione, con un presidio stavolta unitario, giovedì 27, chiederemo di attivare un fondo di rotazione per la riqualificazione del mercato immobiliare pubblico e privato. Paradossalmente, il settore edile, che doveva avere con Expo un minimo di volano, registra invece dati molto negativi».

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