Sportelli antiviolenza: cinque i casi a Codogno

E Somaglia aderisce all’iniziativa ‘Posto occupato’

L’inaugurazione del centro a Codogno

L’inaugurazione del centro a Codogno

Somaglia, 19 luglio 2016 - Sempre più numerose le lodigiane vittime di violenza, Somaglia aderisce alla campagna nazionale "Posto occupato". Da venerdì sera l’amministrazione comunale di Somaglia ha riservato un posto speciale tra le sedie dell’aula consiliare e della sala d’armi del castello Cavazzi. Si tratta dei due luoghi del paese in cui si svolgono la maggior parte degli incontri pubblici locali. Da qui il gesto di avviare il percorso venerdì sera, in occasione del consiglio comunale. Il posto speciale riservato è costituito da una sedia con drappo rosso «per ogni donna che non potrà più esserci» spiega l’amministrazione. Si tratta infatti, idealmente, di ricordare tutte le donne vittime di violenza.

Nel frattempo arrivano dati aggiornati sull’esperienza avviata l’inverno scorso in collaborazione con i Comuni di Casale capofila e Codogno. Nelle tre località, infatti, sono stati attivati altrettanti sportelli antiviolenza (sedi itineranti dell’esperienza avviata tre anni prima a Lodi). E se per adesso a Codogno, dove l’8 marzo 2016, Festa della donna, è stata inaugurata la prima sede (seguita a breve distanza dalle altre due), i casi seguiti sono stati già 5, per il momento, come fanno sapere dal Comune somagliese, a Somaglia e Casale per fortuna non c’è stata ancora nessuna richiesta. Da inizio anno, intanto, al centro antiviolenza di Lodi, che coordina tutti gli sportelli provinciali, si sono invece presentate ben 70 donne. Un dato drammaticamente in crescita se si pensa che nell’intero 2014 le richieste di aiuto erano state 80 e l’anno scorso 125. Da qui l’iniziativa Posto occupato che è stata proposta a Somaglia dall’assessore, delegata alle pari opportunità, Paola Salamini per continuare a sensibilizzare sul tema.

Si cerca anche di continuare a trattare il delicato argomento nelle scuole. Lo sportello di ascolto itinerante è stato finanziato dalla Regione Lombardia. Nello specifico si tratta di un servizio di sostegno, «sotto casa» alle donne che spesso fanno fatica a raggiungere spazi più lontani come quello di Lodi. È un modo di garantire un luogo di indirizzamento e di conforto per le donne in cerca di aiuto. Persone che spesso hanno semplicemente bisogno di essere ascoltate per sfogare il loro disagio, le loro paure e trovare una mano tesa. Senza aiuti, infatti, molte vittime di violenza sopportano invece troppo a lungo maltrattamenti psicologici o fisici. Situazioni che, in qualche caso, poi sfociano in omicidi. Come nell’assassinio, nel 2013, a Guardamiglio, della 35enne Angelica Timis ferita a morte, con 10 coltellate, dall’ex compagno. Angelica aveva già segnalato l’uomo ai carabinieri per i suoi modi violenti e perché non le dava tregua dopo la fine della storia. Il Comune di Guardamiglio le aveva procurato una casa popolare per aiutarla. Poi l’agguato in un parco.

A Lodi il centro anti violenza nel tempo ha riscontrato molte situazioni critiche che riguardano la Bassa Lodigiana ed è per questo che si è quindi voluto rimediare. Il primo spazio dello sportello «Ipazia» decentrato è stato inaugurato a Codogno, al terzo piano di via Pietrasanta 7. A Casale si trova presso la casa delle associazioni Al Qubo di via Galilei 1. E l’ultimo, parte integrante dello stesso progetto intercomunale "Uguali, diverse: opportunamente pari", presso il Comune di Somaglia.