Uccisa col fidanzato a Pordenone, su Teresa tre mesi di silenzio e dolore. Il papà: vi prego, chi sa parli

La ragazza lodigiana, origini siciliane, fu uccisa il 17 marzo scorso in auto con il fidanzato. Ora il padre di lei dissemina a Pordenone volantini per chiedere aiuto a chi abbia potuto vedere qualcosa di Tiziano Troianello

Le vittime, Teresa Costanza e Trifone Ragone

Le vittime, Teresa Costanza e Trifone Ragone

Zelo Buon Persico, 29 giugno 2015 - «Chi sa parli». É l’appello che lancia attraverso un volantino distribuito per le strade di Pordenone il papà di Teresa Costanza, la 30enne di Zelo Buon Persico, barbaramente freddata il 17 marzo scorso nella cittadina friulana insieme al fidanzato 29 enne Trifone Ragone.

La coppia si trovava all’interno di una utilitaria in sosta nel parcheggio di una palestra dove il giovane si era andato ad allenare. Qualcuno, quella sera di fine inverno, si è avvicinato all’abitacolo e ha iniziato a scaricare contro di loro colpi di pistola. Lei è stata raggiunta da tre proiettili alla testa, lui da uno. Tutti sparati da una pistola calibro 7,65. A più di tre mesi dall’agguato l’autore o gli autori del duplice omicidio non sono ancora stati trovati. E così ora il papà di Teresa, Rosario, ha deciso di fare un tentativo in prima persona rivolgendosi direttamente alla popolazione di Pordenone. «Chi ha visto qualcosa, o ha qualche informazione importante esca allo scoperto» chiede il genitore perché vuole arrivare a scoprire la verità.

Costanza, si era laureata alla Bocconi nel 2010 in Marketing Management e lavorava presso le Assicurazioni Generali, dopo qualche esperienza all’Ina, in Assitalia e alla Prenatal. La sua famiglia era arrivata a Zelo Buon Persico dalla Sicilia quattro anni fa, dopo una breve parentesi a San Donato Milanese. La 30enne, a Zelo, aveva vissuto giusto un paio di anni perché poi, dal 2013, si era trasferita a Pordenone. Il papà di Teresa ha una azienda edile. Trifone Ragone, originario di Monopoli (Bari), era sottufficiale dell’Esercito in servizio al 132esimo Reggimento Carri di Cordenons, che fa parte della Brigata Corazzata Ariete. Il 29enne era piuttosto noto negli ambienti della pesistica dove aveva ottenuto anche buoni risultati agonistici. Un paio d’anni fa, aveva anche vinto la selezione di Lignano (Udine) del concorso di ‘Mister Friuli Venezia Giulia’. Entrambi erano indubbiamente molto belli. Tanto che la pista passionale, di una vendetta da parte di qualche amante respinto, aveva inizialmente preso piede.

In questi mesi però non è emerso nulla che abbia potuto confermare l’ipotesi. A un certo punto, qualcuno aveva anche avanzato la possibilità che l’agguato fosse stato ordito per motivi di mafia. Ciò in quanto, nel 1995, Antonio Costanza, lo zio della ragazza – fratello del proprio del padre – era sparito da Favara (provincia di Agrigento), vittima di “lupara bianca”. A chiarire i contorni di quella scomparsa furono poi alcuni pentiti che raccontarono ai magistrati che Antonio Costanza venne ucciso e poi sepolto con la sua auto in un terreno di Campofranco (Caltanissetta). Anche in questo caso nessuna conferma. E così, il giallo è ancora irrisolto. Ma la famiglia di Teresa vuole scoprire la verità e chiede aiuto a tutti. tiziano.troianello@ilgiorno.net