Truffa milionaria all'Europa: piovono quarant’anni di condanne

Lodi, rivendevano a prezzi stracciati la frutta destinata ai poveri

Da sinistra, il tenente colonnello del Nas, Alessio Carparelli e il capitano del Nas, Salvatore Pignatelli

Da sinistra, il tenente colonnello del Nas, Alessio Carparelli e il capitano del Nas, Salvatore Pignatelli

Lodi, 6 dicembre 2016 - Condannati in primo grado i vertici del sodalizio criminale, guidato dalla onlus lodigiana ‘Sei per secu’, artefici della truffa milionaria ai danni dell’Unione Europea, ma soprattutto dei più poveri, con 13mila tonnellate di ortofrutta da destinare alle famiglie in difficoltà, rivendute invece sui mercati del Paese, ma soprattutto di Latina e Fondi, per un guadagno illecito di 4 milioni di euro. Per gli otto imputati, che hanno scelto di essere giudicati col rito abbreviato, ieri, sono arrivate condanne per un totale di quasi 40 anni di carcere. Al presidente della cooperativa sociale, Cristinziano Grazzani, pensionato di 67 anni residente a Secugnago, e al suo ‘braccio destro’ Massimo Rivieccio, il gup di Lodi Isabella Ciriaco ha imposto le pene più pesanti con 7 anni e 2 mesi di reclusione per entrambi.

Ordinata la confisca anche di circa 100mila euro scoperti dalla Procura di Lodi in una cassetta di sicurezza intestata a Rivieccio. Quattro anni di reclusione per il magazziniere Biagio Piscopo, originario del Napoletano, da qualche anno impegnato nella gestione del capannone della onlus a Secugnago, mentre al grossista di San Colombano, Andrea Cesari, 5 anni e 2 mesi. I due grossisti di Latina, invece, Alfonso e Domenico Cioffi, padre e figlio rispettivamente di 51 e 24 anni, titolari di un’attività commerciale in provincia di Latina, sono stati condannati a 4 anni e 4 mesi e 3 anni e mezzo di reclusione. Per l’imprenditore laziale Giampaolo D’Angelis 4 anni e 10 mesi di reclusione. L’altro grossista Francesco Fonte, invece, ha patteggiato a 2 anni. Tutti i coinvolti sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere dedita alla truffa ai danni della Ue, peculato (solo per Grazzani), falso e illecita vendita ricettazione e riciclaggio di prodotti ortofrutticoli destinati alla distribuzione gratuita nel settore socio assistenziale.

A febbraio erano scattate le manette per 13 persone. Il sodalizio criminale, secondo la Procura, aveva il ‘quartier generale’ proprio a Secugnago. In pratica, il presidente Grazzani riceveva gratuitamente Tir di frutta e verdura da destinare alle mense e alle altre onlus. Bastava togliere il bollino, alterare le bolle di accompagnamento e le fatture. Poi, i prodotti finivano nei mercati, ovviamente a prezzi concorrenziali, tramite distributori all’ingrosso. I carabinieri, guidati dal tenente colonnello Alessio Carparelli e dal capitano Salvatore Pignatelli, avevano avviato le indagini dopo normali controlli alla filiera ortofrutticola. Successivamente erano stati coordinati dalla pm lodigiana Sara Mantovani. Erano scattate le verifiche anche nel magazzino di Codogno della Sei per Secu e qui, anche grazie a intercettazioni, i carabinieri avevano scoperto che, da giugno a dicembre 2015, c’erano state 985 vendite illegali.