Fidanzati uccisi a Pordenone: le "mille donne" di Trifone dietro il duplice omicidio

A raccontare aspetti della vita di Trifone Ragone, il militare pugliese ucciso a Pordenone, insieme alla fidanzata Teresa Costanza, originaria del Lodigiano, è stato il commilitone Luca Robertucci

Teresa Costanza e Trifone Ragone

Teresa Costanza e Trifone Ragone

Lodi, 21 febbraio 2017 - «Trifone aveva un sacco di donne, sapevo di una sudamericana che era sposata. Andava in Romania per scopi ludico-sessuali». A raccontare aspetti della vita di Trifone Ragone, il militare pugliese ucciso il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone, insieme alla fidanzata Teresa Costanza, originaria del Lodigiano, è stato il commilitone Luca Robertucci.

Al centro della diciottesima udienza del processo per il duplice omicidio, che si è tenuta ieri, davanti alla Corte d’Assise di Udine, che vede come unico imputato Giosuè Ruotolo, militare campano di 27 anni, c’è stata solo la vita privata di Trifone. Il teste era anche un amico del militare pugliese e ha raccontato in aula di essersi esibito con Trifone in locali, anche per gay, ricevendo somme di 100/150 euro a serata. Robertucci sapeva anche dei contrasti tra Trifone e gli altri coinquilini per le spese e «per cose futili, cose da poco. E ai ragazzi dava fastidio che Trifone portasse ragazze a casa», ha detto in aula. Nel corso dell’udienza è stato ascoltato anche il padre di Trifone: «Per noi era il pilastro della famiglia. Per mia moglie era tutto».