Turbigo, la rivelazione: "C’era polvere di amianto"

Colpo di scena scena al processo che vede coinvolti sei ex dirigenti Enel della centrale con l’accusa di omicidio per non aver informato adeguatamente i lavoratori sui rischi che correvano stando a contatto con l’amianto di S.R.

La centrale di Turbigo al centro del dibattito

La centrale di Turbigo al centro del dibattito

Turbigo 8Milano), 31 ottobre 2014 - Colpo di scena scena al processo che vede coinvolti sei ex dirigenti Enel della centrale con l’accusa di omicidio per non aver informato adeguatamente i lavoratori sui rischi che correvano stando a contatto con l’amianto. Fra i documenti, spuntano verbali impugnati da Enel davanti al Tar e una lettera del marzo 1990 scritta da Oscar Misin - operaio della ditta scomparso a causa del mesotelioma pleurico - e inviata sia alla allora Usl sia alla direzione dell’Enel. Sentiti anche due periti dell’allora Usl 71 di Castano Primo, Giorgio Berra e Guglielmo Gaviani. La lettera presentata dall’avvocato dell’accusa Laura Mara si riferisce a un’operazione di demolizione di tamponi rompi fiamma costituiti da amianto: «L’asportazione veniva eseguita senza alcuna protezione e precauzione. Le polveri potevano disperdersi in tutti gli ambienti». Il documento parla poi di porte spalancate e di caduta di amianto su «cavi stesi sulle canaline». Nelle note, Misin dichiarava di venire «diffidato da chiarimenti sulla modalità degli eventi e minacciato di provvedimenti disciplinari» e sottolineava che si era sparsa «in sala controllo e in tutte le zone interessate dal condizionatore una notevole quantità di amianto». La lettera proverebbe, secondo l’accusa, la presenza di amianto in centrale e la mancanza di precauzioni ancora nel 1990 e segnala anche una visita ispettiva dello stesso Gaviani, perito chimico per l’Asl dal 1980 al 2000. Gli interventi dell’allora Usl in centrale erano per lo più eseguiti sotto segnalazione.

Dai testimoni è emerso come la prima indagine ambientale sia partita nel 1980, dovuta a una segnalazione della rottura di un telo di confinamento in un’area soggetta a bonifica di amianto. Da lì i prelievi e la rilevazione della presenza di polvere sedimentata di amianto. Nel corso del tempo la Usl 71 ha prescritto varie volte alla dirigenza Enel di verificare le misure di sicurezza e la possibile presenza di amianto nell’aria. Dalle parole di Berra e Gaviani è emerso che Enel aveva inviato specifiche tecniche in cui si confermava la presenza di aree confinate e aspirazioni. Fatti in contrasto, secondo l’avvocato Mara, con la lettera scritta da Misin e con un provvedimento di igiene ambientale del 1983 in cui si invitava la direzione aziendale a dotarsi di strumenti portatili di «rilevazione diretta dell’inquinamento principale», provvedimento impugnato da Enel, che aveva all’epoca presentato ricorso al Tar. Confermato che non sono state attuate da parte della Usl verifiche periodiche sull’attuazione delle specifiche precauzionali nella vita lavorativa quotidiana.