Magenta, il treno da Torino si ferma ma le porte non si aprono e i pendolari restano su

La disavventura di due ragazze, costrette al viaggio fino a Rho-Fiera

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Un treno (Foto di repertorio Pressphoto)

Magenta (Milano), 28 novembre 2015 - Due giorni da incubo, tra scioperi, disagi e brutte sorprese che hanno fatto masticare amaro i pendolari. Stazioni deserte, sfilze di treni cancellati dalle 21 di giovedì sera in poi, disservizi anche sui treni attivi: sono numerose le segnalazioni dei viaggiatori che, esasperati dalle sofferenze quotidiane delle linee Trenitalia e Trenord, hanno mal sopportato le problematiche aggiuntive dovute allo sciopero indetto dalle 21 di giovedì sera alle 18 di ieri. La più clamorosa riguarda due ragazze magentine che, provenendo da Torino con il treno delle 20.54 sono rimaste bloccate nel vagone senza poter scendere alla stazione di Magenta. Il treno ha effettuato regolarmente la fermata, ma il capotreno deve aver chiuso le porte dei vagoni di coda vedendo che nelle stazioni precedenti nessuno ne era sceso né salito è così le ragazze sono state costrette a scendere a Rho-Fieramilano assieme a pochi altri pendolari rimasti come loro bloccati.

«Non so come tornare a casa, nessuno può venire a prendermi. Sapevo che ci sarebbe stato lo sciopero ma non potevo immaginare che sarei rimasto bloccato sui vagoni. Almeno fosse passato il capotreno ad avvisare che le porte erano state bloccate, mi sarei spostato più avanti nel mezzo. Adesso non so cosa fare, cercherò una stazione dei pullman», ha raccontato un viaggiatore di Corbetta, mentre nella stazione deserta i monitor mostravano una sfilza di treni del passante ferroviario milanese seguiti dalla scritta «cancellato». Neanche l’ombra di un macchinista:le uniche presenze, oltre ai malcapitati pendolari, consistevano in un impiegato di Rfi e di un controllore che tentava di aiutare i viaggiatori infondendo loro sicurezza.

Nel frattempo, i pendolari della linea S6 sono sempre più sul piede di guerra dopo aver scoperto che nemmeno a dicembre ci sarà il bonus sugli abbonamenti, uno sconto che non rende più sopportabili ritardi e soppressioni ma almeno sembra riportare un po di giustizia ed equità tra Trenord e gli utenti. «Ci sentiamo presi in giro», dice Gabriella Alemani del comitato pendolari. 

di CAMILLA GARAVAGLIA