Franco Tosi, è l'ora della verità. Un pezzo di storia di Legnano in attesa di sapere quale sarà il suo futuro

E' il momento dell'apertura delle buste con le offerte delle società interessate all'acquisizione della fabbrica legnanese di turbine. Solo a quel punto si conoscerà, almeno in parte, quale potrebbe essere il destino dell'azienda di piazza Monumento. Un'azienda storica, che sta attraversando il momento più delicato della propria storia di Cristiana Mariani

Franco Tosi

Franco Tosi

Legnano, 29 settembre 2014 - Quella di domani, martedì 30 settembre, sarà una data da cerchiare sul calendario per tutti i lavoratori della Franco Tosi Meccanica. Domani alle 13, infatti, davanti a un notaio il commissario straordinario Andrea Lolli aprirà le buste con le offerte delle società interessate all'acquisizione della fabbrica legnanese di turbine. Solo a quel punto si conoscerà, almeno in parte, quale potrebbe essere il destino dell'azienda di piazza Monumento.  Un'azienda storica, che sta attraversando il momento più delicato della propria storia. Una storia lunga e complessa.

C'era infatti una volta la Franco Tosi. C'era una volta la fabbrica che garantiva "ul pan in vita" a chi vi lavorava. C'era una volta e c'è stata per molto tempo. Per decenni la "Tusi", come si chiama ancora oggi in dialetto - difficile trovare un'azienda talmente radicata da essere entrata anche nel linguaggio dialettale di un territorio -, ha rappresentato una mamma per tanti. Una mamma del territorio per il territorio: negli anni Settanta del Novecento dava lavoro a ben seimila dipendenti. Da Cantoni-Krumm nata nel 1874, nel 1881 la fabbrica di turbine prese il nome di Franco Tosi. Un'azienda di poco conto? Per nulla. La Tosi dava lavoro a migliaia di persone e fra questa anche quell'Ettore Maserati che poi fondó proprio la storica azienda Maserati: era ingegnere per lo sviluppo dei motori in Tosi.

Dopo la seconda guerra mondiale l'azienda iniziò a collaborare con le americane "Westinghouse Electric Corporation" e "Combustion Engineering Company", le licenze della prima in particolare rappresentano una sorta di patente di autorevolezza vista l'importanza della società americana. La Tosi ha sempre mantenuto un'identità italiana, anche quando negli anni Novanta entra a far parte dell'immensa famiglia Ansaldo. L'avventura con Finmeccanica dura poco, perché il nuovo secolo si apre con la cessione alla Casti Group e con il cambio di denominazione in Franco Tosi Meccanica Spa. I tempi d'oro sono ormai definitivamente un ricordo: il numero di lavoratori è sensibilmente diminuito, ma la Tosi riesce ancora ad andare avanti. Nel 2008 la svolta straniera: si era parlato di americani e anche di orientali, ma la fabbrica di piazza Monumento finisce nelle mani degli indiani di Gammon.

Un progetto ambizioso il loro: realizzare centrali elettriche chiavi in mano. Per questo il colosso indiano aveva acquisito anche altre due aziende in Lombardia. L'operazione si era però ben presto rivelata un buco nell'acqua per debiti inaspettati. A farne le spese era stata quindi anche la Tosi. La situazione era degenerata tanto che lo scorso anno il tribunale si era trovato costretto a dichiarare lo stato di insolvenza. Quella che diede lavoro a migliaia di persone ora è un'azienda in cerca di un presente prima ancora che di un futuro.Domani il futuro busserà alla porta dell'azienda e dei suoi circa 380 lavoratori e tutta la città aspetta di capirà quale nome avrà questo futuro.

di Cristiana Mariani