Legnano, profughi all'ex Medea? La Regione dice no

L’ipotesi di utilizzare l’ex scuola per i richiedenti asilo smuove la Regione, Bordonali e Cecchetti: "Il territorio ha già dato, basta richiedenti asilo"

Simona Bordonali e Fabrizio Cecchetti all'ex Medea di Legnano

Simona Bordonali e Fabrizio Cecchetti all'ex Medea di Legnano

Legnano (Milano)1 giugno 2016 - «Non siamo contro l’utilizzo del Medea e dei suoi locali per ospitare i profughi: siamo contro l’arrivo di qualsiasi richiedente asilo in zona, all’ex Medea o in qualsiasi altro edificio. Il territorio ha già dato e i numeri lo dimostrano»: è così che l’assessore regionale alla Sicurezza, Simona Bordonali, e il vice presidente del consiglio, Fabrizio Cecchetti, entrambi esponenti della Lega nord, hanno «siglato» ieri pomeriggio il loro sopralluogo all’ex Medea, istituto scolastico ormai abbandonato a pochi passi da via Barbara Melzi.

Lo stabile, di proprietà della Città metropolitana, è infatti il primo indiziato alla trasformazione in sede destinata a ospitare parte dei richiedenti asilo che il prefetto dovrà distribuire sul territorio, si dice un’ottantina. Quello stesso prefetto che, secondo i due rappresentanti della Lega, non vuole interloquire con la Regione. Quello stesso prefetto a cui il Comune di Legnano ha inviato una lettera spiegando che portare trecento richiedenti asilo alla ex caserma Cadorna (la prima ipotesi) sarebbe una follia, promettendo in cambio un impegno a valutare, con gli altri comuni del Piano di zona, la possibilità di distribuire sul territorio le presenze. Proprio da questo impegno nasce «l’ipotesi Medea» e, di conseguenza, è nata anche la prima lettera di protesta dei residenti della zona, ieri presenti al sopralluogo, che non accetterebbero di buon grado questa soluzione. «In cinque mesi sono sbarcati sulle coste italiane oltre 42mila immigrati - ha detto Bordonali, sotto la pioggia a pochi passi dall’ingresso del Medea -: con 16mila presenze su 119mila a livello nazionale, la regione più massacrata è senza dubbio la Lombardia. Siamo accanto ai residenti di Legnano e a tutti i lombardi e per noi non esiste una collocazione ideale, che sia il Medea o la ex caserma: semplicemente non c’è più la possibilità di ospitare altri richiedenti asilo, soprattutto considerando quanti tra quelli presenti sul territorio hanno poi effettivamente ottenuto lo status richiesto». «Questa posizione va al di là degli schieramenti politici - ha proseguito Cecchetti e questa ci pare essere semplicemente una questione di buon senso. Ora anche il sindaco di Legnano si dovrebbe schierare a fianco della propria gente, dovrebbe respingere la decisione del prefetto dichiarandosi fermamente contrario all’invio dei richiedenti asilo all’ex scuola Medea, all’ex caserma e in qualsiasi altro luogo sul territorio comunale».

Ma se è una questione che va al di là degli schieramenti politici, allora perché non chiamare anche il sindaco di Legnano in occasione del sopralluogo? Se lo sono chiesti anche i residenti presenti ieri (che hanno scritto al primo cittadino chiedendo un incontro) e che , a dire il vero, un poco si devono essere sentiti frastornati nel verificare quanto Comune, Regione, Prefetto e Città metropolitana, solo per rimanere nei paraggi, sembrino essere se non totalmente disarticolati in questa azione, addirittura in netta contrapposizione.