"Boss di 'Ndrangheta organizzò una festa all'oratorio di Vittuone: a presentarla un maresciallo della Finanza"

Processo Zambetti: la tesimonianza di Silvia Fagnani, ex capogruppo Pdl a Sedriano

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Sedriano (Milano), 25 marzo 2015 - Eugenio Costantino, presunto boss della 'Ndrangheta arrestato nell'affaire Zambetti, «aveva organizzato la festa per il suo cinquantesimo compleanno all'oratorio Sacra Famiglia di Vittuone, dove aveva preso in affitto una stanza». Lo ha dichiarato Silvia Fagnani, ex capogruppo del Pdl a Sedriano, primo Comune lombardo sciolto per mafia, ascoltata come teste a Milano nel processo a carico dell'ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con i boss alle elezioni regionali del 2010, di Eugenio Costantino e di altre persone coinvolte in un'inchiesta sull'infiltrazione della 'ndrangheta in Lombardia.

Secondo le accuse, Costantino avrebbe coltivato contatti con politici locali, offrendo appoggio all'ex sindaco di centrodestra Alfredo Celeste (anche lui tra gli imputati) per le elezioni Comunali del 2009. «In tre anni e mezzo di amministrazione ho incontrato Costantino tre o quattro volte», ha spiegato Fagnani, moglie di un medico, Marco Scalambra, accusato di legami con i clan. «Hanno partecipato alla festa all'oratorio di Vittuone una trentina di persone - ha proseguito -, la serata era presentata da un maresciallo della Guardia di finanza e tra gli ospiti c'era anche un carabiniere parente di Costantino». L'ex capogruppo del Pdl ha spiegato quindi di «non aver mai comprato o venduto nessun voto» e che la decisione di inserire la figlia di Costantino, Teresa, nella lista dei candidati consiglieri comunali «è stata presa collegialmente». «Teresa era l'unico volto giovane della lista - ha sottolineato - e la sua candidatura serviva anche per rispettare le quote rosa».

L'udienza si è aperta con polemiche sollevate da alcuni difensori, che hanno chiesto la revoca dell'autorizzazione alle riprese televisive delle udienze, contestando la presenza in aula di operatori della Rai. Il pm di Milano Giuseppe D'Amico si è espresso contro la richiesta delle difese. Infine l'istanza è stata bocciata dai giudici dell'ottava sezione penale del Tribunale di Milano. «Non sussistono elementi tali da far ritenere che le riprese possano pregiudicare il sereno svolgimento dell'udienza - hanno spiegato in aula -, ritenuto che il presupposto relativo all'interesse pubblico del processo non è venuto meno».