L'odissea dei pendolari: tre ore al freddo e al buio

L'episodio è successo quando il treno era a 400 metri dalla stazione di Magenta. Trenord: "Abbiamo fatto il possibile"

Pendolari (Studio Sally)

Pendolari (Studio Sally)

Magenta (Milano), 17 novembre 2016 - Quasi tre ore chiusi su un treno, al freddo e al buio, sui binari ma a soli 400 metri di distanza dalla stazione di Magenta. Ha il sapore della beffa l’esperienza vissuta dai pendolari che martedì sera hanno avuto la sventura di salire sul treno 10664 direzione Novara. Perché quel treno, partito dalla stazione di Milano Garibaldi, è arrivato a Trecate alle 23.40: più di quattro ore totali fermi sulla tratta S6 sono sembrate davvero troppe anche ai pendolari più avvezzi ai disagi, soprattutto se si calcola il fatto che buona parte di quel tempo è stato trascorso al freddo, senza luce e senza la possibilità di accedere ai servizi igienici. «Ciò che è successo dimostra che il problema sicurezza per i pendolari non può essere ridotto alla paura di essere aggrediti o derubati sui treni: va esteso al terrore di finire sequestrati per ore al freddo e al buio - spiega il Comitato pendolari S6 per voce di Tiziana Materozzi e Gabriella Alemani -. Trenord ha la colpa di non aver impostato un piano di emergenza che prevedesse la messa in sicurezza rapida dei passeggeri. Solo un anno fa, il 17 novembre, i pendolari sono stati vittima di un disservizio simile che ha costretto i passeggeri a scendere da un convoglio fermo in galleria transitando fino alla stazione successiva, senza assistenza da parte del personale. Cosa ha intenzione di fare l’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Sorte?».

A giudicare dai toni di chi ha vissuto quei momenti, in effetti, stupisce che non ci siano stati momenti di tensione tra i viaggiatori e il personale a bordo. Non è stato, però, un incidente a bloccare la circolazione: si è trattato, spiega Rfi (Rete ferroviaria italiana) di un guasto, dalle cause ancora da chiarire, riparato tra le 20 e le 21.45. Oltre a quell’ora e 45 minuti la responsabilità non è più imputabile alle linea elettrica. «Non appena è stato riparato il guasto, Trenord è intervenuta per trainare il convoglio alla stazione più vicina, quella di Magenta, distante circa 400 metri - spiega Trenord -. Non è stato possibile approntare delle navette perché i passeggeri non possono scendere se non in condizioni di sicurezza, e quindi solo all’altezza delle stazioni. Buio e freddo sono stati la conseguenza dell’interruzione di corrente elettrica, ma Trenord ha subito provveduto a far salire sul treno del personale aggiuntivo di servizio per assistere e tenere informati i passeggeri, che hanno potuto seguire la situazione anche su Twitter e sulla App».