Legnano, deserta l'asta per due immobili Amga in vendita

Nessuna richiesta d'acquisto per l'edificio di via Jucker e un'ex piazzola

la sede Amga di Legnano, in via Quasimodo (Legnano)

la sede Amga di Legnano, in via Quasimodo (Legnano)

Legnano (Milano), 1 luglio 2015 - Come ampiamente prevedibile il primo tentativo di vendere all’asta le due aree che, ad oggi, sono considerate come un peso sui conti del gruppo Amga spa, non ha sortito alcun risultato e sia l’area di via Quasimodo (parzialmente utilizzata oggi per ospitare venticinque profughi), sia la ex piazzola per la raccolta rifiuti di via Oberdan, al momento non hanno trovato un compratore. Le due aste di Amga avevano scadenza il 18 e il 25 giugno: l’area di via Quasimodo, circa 14mila metri quadrati con un capannone e una palazzina uffici, aveva una base d’asta di circa un milione e 900mila euro. Il lotto di via Oberdan/san Michele del Carso, con una superficie totale di circa 2.500 metri quadrati, aveva base d’asta di circa 360mila euro.

In entrambi i casi non ci sono state offerte e quindi Amga dovrà cercare nuove soluzioni: «Valutato l’esito delle due aste abbiamo già avviato una riflessione per comprendere quale strada scegliere – spiega l’ad di Amga spa, Olindo Garavaglia –. Il primo tentativo ha avuto correttamente come prezzo base quello stabilito dall’Agenzia delle entrate: ora ragioneremo anche considerando i contatti che, durante la procedura, sono stati avviati, così da comprendere come potrà essere possibile correggere il tiro. Resta il fatto che di certo il mantenimento della proprietà delle due aree non rientra tra i programmi del gruppo. Anzi, la loro alienazione è necessaria».

Qualche timido approccio di potenziali compratori ha riguardato l’area di via Oberdan/san Michele del Carso, certo meno impegnativo come prezzo d’acquisto, ma al momento di rendere formale l’interesse, anche in questo caso non ci sono state offerte. Decisamente più difficile lavorare sulla grande area di via Quasimodo che, va ricordato, fu oggetto di una prima procedura per valutare eventuali manifestazioni d’interesse già nel 2008. Anche allora la procedura non ebbe alcun esito.

di Paolo Girotti