Schiaffo alla memoria del Manzoni, la sua villa affonda nel degrado

Lecco: pronti i soldi per il restauro, ma il patto di stabilità li blocca. Chiusa da una decina di anni anche la casa che ospitò Lucia dei Promessi sposi di Andrea Morleo

Un concerto di musica classica a villa Manzoni, Lecco

Un concerto di musica classica a villa Manzoni, Lecco

Lecco, 29 luglio 2014 - Il suo più illustre inquilino avrebbe detto che dopo la polvere, era arrivato il momento dell’altare. Peccato che per Villa Manzoni gli anni passino ma il tanto atteso lifting sembra destinato a essere rinviato alle calende greche. Eppure il simbolo indiscusso della città, la casa natale di don Lisander, versa in condizioni pessime: i serramenti cadono a terra, ci sono infiltrazioni d’acqua e da troppi anni i pilastri dell’ingresso sono incamiciati in strutture di legno orribili perché c’è il serio rischio che si sfaldino. Tutta colpa di una manutenzione trascurata per tanti, troppi anni a cui si aggiunge un paradosso tipicamente italiano: i soldi per restaurare la villa, che oggi ospita i Musei civici cittadini, ci sono, ma i 5 milioni di euro già messi a bilancio non possono essere spesi per il famoso patto di stabilità, che impone anche ai Comuni «virtuosi» (il bilancio di Palazzo Bovara è in attivo da anni) di non superare una determinata soglia tra indebitamento e spese correnti.

«Il patto è stato creato per contenere le spese — ricorda il sindaco, Virginio Brivio —, ma non può valere sempre la regola del “meno si spende, meglio è” perché a Roma ci si deve rendere conto che opere ferme per anni finiscono per costare di più alla collettività». Nel frattempo però sembra che qualcosa stia per muoversi: un’interrogazione dell’onorevole Veronica Tentori (Pd) ha portato la questione a Montecitorio «e speriamo nel decreto sblocca Italia per cominciare i lavori al più presto», confida il sindaco. Intanto di sicuro c’è il danno di immagine arrecato all’intera città, che per tamponare la flessione del comparto metalmeccanico da tempo avrebbe deciso di puntare sul turismo. Chissà cosa diranno nel frattempo le comitive di ragazzini, nel vedere il degrado in cui versa l’abitazione di uno dei capisaldi della letteratura italiana, come peraltro la presunta casa di Lucia (altro luogo cult della Lecco dei Promessi sposi) chiusa da una decina di anni perché c’è il rischio che cada e i proprietari (che non possono e non vogliono sobbarcarsi le spese di sistemazione), non se la sentono di correre il rischio che il vecchio ballatoio cada in testa a qualche turista.

Così quella che (forse) fu la magione della signora Mondella in Tramaglino è ormai un rudere. Il problema è che i turisti manzoniani questo spettacolo, pur deprimente che sia, non lo possono nemmeno vedere dall’esterno. Resta il fatto che quella casa così com’è è un obbrobrio e la soluzione non è questione semplice: ci vogliono almeno 200mila euro, i proprietari hanno provato a venderla ma nessuno la vuole. E intanto il degrado avanza e don Lisander si rivolta nella tomba.