La tragedia di Colico: "Si indaghi sulla morte di Paride"

Travolto e ucciso da una valanga a Madesimo. L'appello per continuare a cercare la verità su quei tragici secondi che costarono la vita al 34enne di Colico

Paride Cariboni

Paride Cariboni

Colico (Lecco), 18 giugno 2016 - Una tragedia sulle nevi di Madesimo, ancora avvolta dalle nebbie, nel senso che dai magistrati titolari del fascicolo sul tragico decesso di Paride Cariboni - il 34enne erede dell’affermata impresa di costruttori di Colico, dove risiedeva - non sarebbe stato affidato un incarico a un consulente tecnico d’ufficio (Ctu) in grado di ricostruire con precisione la dinamica di quanto accaduto lo scorso 13 febbraio, ovvero della valanga-killer. Gli unici accertamenti, infatti, risulta siano stati quelli effettuati nell’immediatezza del fatto dalla Polizia, ossia dagli agenti in servizio sulle piste di Madesimo, su disposizione del pm Luisa Russo. 

I due amici che erano con lui potrebbero essere passati sopra il corpo di Cariboni, ritenendo che quest’ultimo fosse più avanti, a valle. Si scoprì, in realtà, che la vittima si trovava sotto solo mezzo metro di neve. Sono stati gli amici, che si trovavano più a monte, a provocare la valanga? In questo caso si profilerebbe l’ipotesi di omicidio colposo. I componenti la compagnia, tutti con lo snowboard, scesero in fondo al canale per poi prendere la seggiovia Sassoni e quindi risalire: solo allora diedero l’allarme, facendo così trascorrere minuti preziosi. C’è, pertanto, anche un’ipotesi di omissione di soccorso? Paride, secondo quanto riferiscono i familiari, aveva l’abitudine di tenere il cellulare con la suoneria alta. Se l’avessero fatto squillare si sarebbero accorti, gli amici, che era lì, sotto una leggera coltre di neve, a pochi passi da loro? E, forse, si sarebbe potuto salvare, anzichè morire soffocato. Era opportuno quel giorno aprire il tracciato? 

«Sono stata nominata dalla famiglia Cariboni - dichiara l’avvocato Roberta Cerati, nello studio di Morbegno - al fine di verificare l’andamento del procedimento penale. Il fascicolo si trova ancora a carico di ignoti, malgrado il tempo trascorso dal giorno in cui si è staccata la valanga sul Canalone. Ho espletato indagini difensive volte a comprendere l’esatta posizione di Paride al momento del distacco. Lui si trovava all’interno del tracciato “sicuro” e ciò nonostante è stato travolto in pieno. Al momento questa difesa non è in grado di risalire alla causa o alle cause del distacco, poiché nessuna perizia è stata disposta dalla Procura, che sinora non ci ha concesso la possibilità di estrarre copia del fascicolo contenente le indagini espletate. Attendo, unitamente alla famiglia, un intervento della Procura che attribuisca le eventuali responsabilità».