Ancora computer in tilt, disagi negli ospedali e al Pronto soccorso

Lecco, dimissioni a rilento e disservizi di Daniele De Salvo

Interessati oltre al Manzoni il S.Leopoldo Mandic e l’Umberto I

Interessati oltre al Manzoni il S.Leopoldo Mandic e l’Umberto I

Lecco, 27 aprile 2015 - Per la quarta volta volta in una manciata di giorni il sistema informatico dell’Azienda ospedaliera lecchese ieri si è completamente bloccato. Era già accaduto lunedì e poi martedì e di nuovo venerdì. E prima ancora erano stati registrati inconvenienti la settimana precedente. Il disservizio, che ha comportato una sorta di ritorno al passato, quando computer, collegamenti internet, hardware e software non esistevano, ha interessato tutti i presidi, l’Alessandro Manzoni del capoluogo, il San Leopoldo Mandic di Merate e l’Umberto I di Bellano, ma anche i diversi poliambulatori e servizi territoriali. Utenti e pazienti fortunatamente non hanno riscontrato molti disagi, anche perché festa, gli operatori sanitari invece sì, paralizzati davanti ai monitor e con i mouse in mano in attesa di qualche cenno dagli elaboratori per poter inserire dati, compilare cartelle cliniche, prescrivere esami, consultare referti e assolvere a tutte le quotidiane incombenze burocratiche. Alla fine impiegati, infermieri e camici bianchi hanno dovuto alzare bandiera bianca e ricorrere ai vecchi metodi, cioè all’intramontabile carta. Tutto ciò ha comportato una dilatazione dei tempi ad esempio per chi si trovava in coda al Pronto soccorso, ma anche per i degenti che aspettavano semplicemente i fogli per essere dimessi e tornarsene a casa.

Il black out degli apparati informativi ha riguardato ogni settore: centro unico di prenotazione, reparti, laboratori analisi, richieste di appuntamenti tramite i programmi online, farmacia interna. «Mentre in passato le criticità erano legate a malfunzionamenti dei programmi gli ultimi inconvenienti dipenderebbero dai server», spiegano laconici i tecnici della sanità provinciale che stanno tentando i miracoli per risolvere un inghippo su cui però non possono molto. «Occorrerebbe più spazio di archiviazione e per consentire l’utilizzo delle diverse funzionalità e applicazioni - proseguono -. I database sono pieni, abbiamo eliminato tutto ciò che si può cancellare, ma non basta». Per implementare la capacità occorrerebbe un investimento di circa 80mila euro, i manager dell’ente di via dell’Eremo hanno annunciato che provvederanno quanto prima, quando tuttavia non è certo, nel frattempo i tilt sono dietro l’angolo in ogni momento. La mole di dati da trattare inoltre cresce costantemente, il rischio è che il problema sia destinato quindi a ripresentarsi spesso se non si troveranno soluzioni definitive.