Merate, pronto soccorso al collasso: attese anche di 12 ore

Due medici per ogni turno e uno solo di notte

Pronto soccorso

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Merate (Lecco), 3 luglio 2015 - Il personale del Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic allo stremo e pazienti costretti ad attese superiori anche alle 12 ore per essere visitati. Dall’altro ieri il cosiddetto turno «S», quello della fascia del tardo pomeriggio e della sera è stato di fatto abolito. In pratica attualmente sono in servizio due camici bianchi dalle 8 alle 14, due dalle 14 alle 20 e uno solo dalle 20 alle 8, senza la presenza del collega che prima garantiva ulteriore copertura dalle 17 alle 23 per dare una mano a smaltire gli utenti in coda della giornata e impedire il sovraffollamento notturno. Sul fronte degli infermieri non va meglio e nemmeno degli Oss.

Il risultato è il caos. In molti, quasi una trentina di persone, stanchi dell’inesorabile girare delle lancette dell’orologio senza essere chiamati, hanno deciso di tornarsene a casa o rivolgersi altrove. Nonostante gli abbandoni e le defezioni nell’arco delle 24 ore sono stati comunque assistiti più di un centinaio di cittadini. I casi gravi e critici sono stati subito accettati, gli altri hanno dovuto penare parecchio, con una media di 5 ore di attesa per i codici verdi e 8 per i bianchi. Per limitare i danni e cercare di mantenere gli standard del servizio il primario Giovanni Buonocore ha deciso di effettuare gli straordinari in serata per fiancheggiare medico di guardia rimasto solo in servizio.

Si tratta di un disastro annunciato da parecchio, nessuno però è corso ai ripari nonostante le facili previsioni: non l’ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera leccheseMauro Lovisari, non l’attuale commissaria straordinaria Giuseppina Panizzoli, non la direttrice sanitaria aziendale Patrizia Monti, non il capodipartimento Giuseppe Foti, a dispetto delle promesse e degli annunci di un immediato intervento da parte dei vertici sanitari del Pirellone. Per garantire un’adeguata organizzazione del lavoro in reparto e una gestione ottimale dei pazienti occorrerebbero dodici medici in pianta stabile, ma il numero è fermo a sette. Per tappare i buchi ci si arrangia con prestiti dagli altri reparti dove evidentemente c’è un surplus di operatori, gettonisti e il ricorso a istituti contrattuali che sarebbero riservati a situazioni di estrema emergenza, emergenza che al Pronto soccorso del presidio brianzolo ormai è cronicizzata, quasi in un’interminabile agonia.