Valanga inghiotte due alpinisti sulla Grignetta: choc per la morte Ezio e Giovanni

Travolti due tecnici esperti di salvataggi: i colleghi estraggono i corpi di Ezio Artusi e Giovanni Giarletta

Lacrime e dolore degli amici del Cnsas

Lacrime e dolore degli amici del Cnsas

Lecco, 17 febbraio 2018 - Di persone  in difficoltà in montagna ne hanno salvate a centinaia e di morti precipitati ne hanno recuperati a decine. Ieri purtroppo il destino peggiore è toccato a loro. Due volontari del Soccorso alpino della XIX delegazione lariana sono stati travolti e uccisi da una valanga sulla Grignetta, una delle più famose vette lecchesi delle prealpi lombarde.

Si tratta di Ezio Artusi, 46 anni di Introbio, e Giovanni Giarletta, 37 anni di Lecco, reduce dalla riapertura invernale della via dei Ragni sul Cerro Torre, in Patagonia, un’impresa compiuta solo la settimana prima. Durante la salita una improvvisa slavina di giaccio, neve, sassi e terra li ha investiti, trascinandoli e facendoli precipitare duecento metri più in basso, senza possibilità di scampo. Il percorso, ben conosciuto dagli esperti, sale attraverso il canalone est. È considerato molto impegnativo, ma ieri non erano state segnalate situazioni di particolare pericolo. Anzi, le informazioni iniziali parlavano di neve dura, compatta. Previsioni smentite dalla realtà mutevole delle montagne. A lanciare l’allarme sull’incidente è stato un terzo escursionista, Emanuele Panzeri, una guida esperta anche lui, che li precedeva di poco lungo la medesima via. «Mi sono voltato e non li ho più visti, li ho chiamati ma non rispondevano – racconta ancora incredulo –. Ho provato a chiamarli sul cellulari che però suonavano a vuoto».

Un silenzio di angoscia. Sono stati immediatamente mobilitati i colleghi del Soccorso alpino, i sanitari dell’elisoccorso, i vigili del fuoco e le unità cinofile, ai soccorritori tuttavia non è rimasto altro che recuperare le salme dei due amici. Nessun miracolo è stato possibile per loro. L’improvvisa valanga probabilmente è stata provocata da un innalzamento delle temperature. Questo, nonostante nessuna allerta fosse stata diramata agli escursionisti. «Erano esperti alpinisti, molto attivi all’interno, su di loro si poteva sempre contare – li ricordano dal Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico lombardo –. Purtroppo non abbiamo avuto il tempo per ringraziarli di tutto quello che hanno fatto». «Abbracciamo con forza i familiari e gli amici dei nostri due uomini – aggiunge Maurizio Dellantonio, presidente nazionale del Cnsas –. Avevano alle spalle numerosissimi interventi di soccorso. Tutti noi piange questi due nostri amici».