Omicidio di Sogno: l’ora della verità per Guzzetti

La perizia psichiatrica sull'unico indagato approda questa mattina davanti al giudice

Il giorno dell'arresto di Roberto Guzzetti

Il giorno dell'arresto di Roberto Guzzetti

Torre de' Busi, 25 gennaio 2017 - Era capace di intendere e volere al momento dell’omicidio? È il quesito che il giudice delle indagini preliminari ha sottoposto al pool di esperti chiamati - in incidente probatorio - a tracciare il profilo mentale di Roberto Guzzetti, unico indagato per l’omicidio di Maria Adeodata Losa, l’anziana di 87 anni trovata cadavere l’11 giugno 2016 nella sua casa di Sogno, frazione di Torre de’ Busi.

L’esito del «viaggio» nella mente di Guzzetti, il figlio della coppia di vicini dell’anziana vittima, in realtà avrebbe dovuto approdare davanti al giudice lo scorso mese di dicembre ma in quell’occasione la psichiatra Mara Bertini, consulente dello stesso gip, aveva chiesto una proroga di trenta giorni ulteriore rispetto agli iniziali sessanta. Un modo per far capire che il suo lavoro e quello dei colleghi Mario Lagazzi (nominato dal pm Paolo Del Grosso), Mario Mantero e il collega psicologo Mario Pigazzini (i due periti di cui si sono avvalsi gli avvocati difensori, Marilena e Patrizia Guglielmana) era particolarmente complesso e delicato. Oggi è il D-Day con il consulente nominato dal tribunale che dovrà esprimersi sullo stato di salute mentale dell’uomo, che stando a quanto dichiarato dai suoi stessi legali non ha mai ammesso peraltro di aver posto fine alla vita di Maria Adeodata Losa, sebbene abbia dichiarato che in quella casa ci era andato lo stesso giorno del delitto. Sono sue le impronte rilevate dai Ris di Parma sul luogo dell’omicidio, e nel caso specifico sulla tovaglia caduta dal tavolo delle cucina e trovata di fianco al cadavere insanguinato dell’anziana. Quelle impronte hanno fatto scattare il fermo e per gli inquirenti restano la prova inequivocabile della sua colpevolezza.

Se l'uomo dovesse essere considerato totalmente infermo, mancherebbe a quel punto il presupposto giuridico per una sua condanna. I segnali che i quattro super esperti possano propendere per questa conclusione ci sono tutti e di fatto sono connessi. Da un lato c’è l’efferatezza del delitto: le molteplici coltellate inferte a Maria Adeodata Losa che non si giustificano con l’età e il profilo della vittima, un’anziana signora bche a detta della piccola viveva un’esistenza molto riservata. Dall'altro le farneticanti rilevazioni di Guzzetti che poco prima del fermo aveva raccontato di aver subìto addirittura avances da parte della stessa vittima.