Aggrappato al treno con la bicicletta: l'ultima sfida sulla ferrovia

Succede a Olgiate Molgora e il protagonista è un ragazzino di 13 anni. Una pendolare lancia l'allarme: "E' stato tremendo, temevo finisse sotto"

L'ultimo grave incidente

L'ultimo grave incidente

Olgiate Molgora (Lecco), 21 giugno 2017 - Quando il treno è partito, si è attaccato ad uno dei vagoni in sella alla sua bicicletta e si è lasciato trascinare sempre più veloce sino in fondo alla banchina della stazione, lasciando la presa solo all’ultimo momento. Il protagonista del gioco pericoloso è un ragazzino delle medie, verosimilmente straniero, probabilmente sudamericano. A riferire l’accaduto è una testimone oculare, Milva Caglio, 55 anni di Merate, dipendente della Cisl, attivista del Comitato dei pendolari della Brianza, che ha assistito impotente all’intera scena dall’interno della carrozza, sbracciandosi in cenni e urlando per implorare l’adolescente di smetterla. Ma lui per tutta risposta si è limitato a guardarla in segno di sfida e a riderle in faccia. Tutto è successo lunedì sera, intorno alle 19.27, alla stazione di Olgiate Molgora, alla partenza del suburbano S8 10877 delle 19.07 da Lecco per Milano Porta Garibaldi.

«A Olgiate mi sono preparata per scendere alla fermata successiva di Cernusco – racconta la donna -. Appena si sono chiuse le porte del convoglio un ragazzino, che avrà massimo 13 anni, ben vestito, con un cappellino con visiera in testa, in sella alla sua Bmx, si è avvinghiato da fuori con una mano alla carrozza e si è lasciato trascinare a tutta velocità fino in fondo al marciapiede. E’ stato tremendo, ho temuto che potesse cadere, essere trascinato sulla banchina, o peggio che finisse sui binari». Intanto, al sicuro sul ciglio della massicciata, altri coetanei lo hanno incitato e applaudito, schierati in piedi sulle panchine quasi si trovassero sulle gradinate di uno stadio per assistere ad un evento sportivo o ad uno spettacolo. La folle corsa è durata poche manciate di secondi che però a lei sono parsi non terminare mai: «A gesti e gridando, affinché mi potesse sentire anche dall’altra parte del vetro e nonostante lo sferragliare del treno in movimento, ho cercato di fargli capire di lasciare la presa, ma lui ha continuato a guardarmi dritto negli occhi e ridere, come si trattasse di un divertimento o di una sfida...».

Secondo diversi viaggiatori simili scene sarebbero pressoché quotidiane. I protagonisti sono sempre giovanissimi, proprio come i ragazzi che aprono le porte dei treni in corsa per aggrapparsi all’esterno, come denunciato in una lettera inviata dall’amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè al prefetto di Lecco e al comandante della Polfer regionale per chiedere aiuto affinché simili fenomeni vengano stroncati prima che sia troppo tardi