Emma volata in cielo a soli 46 giorni: si indaga sulle cause del dramma

Due le ipotesi: una malformazione congenita o la morte in culla

Due medici (Cardini)

Due medici (Cardini)

Osnago (Lecco), 18 febbraio 2017 - Emma si è spenta ad appena un mese e mezzo di vita, mentre stava dormendo, nella sua culla. È stata uccisa - si presume - da una malformazione congenita di cui nessuno si era accorto soffrisse o che nessuno poteva prevedere fosse tanto grave, oppure dalla Sids, la Sindrome della morte improvvisa del lattante, un male oscuro di cui si conosce ancora troppo poco, che dal 2003 solo in provincia di Lecco ha mietuto almeno otto piccole vittime. Lo si scoprirà forse lunedì, quando gli anatomopatologi eseguiranno l’autopsia sul suo piccolo corpicino. La morte bianca si è portata via Emma, nata il 2 gennaio scorso, la notte scorsa, quella tra giovedì e venerdì.

A lanciare l'allarme sono stati i genitori, due giovani ricercatori stranieri dell’Osservatorio astronomico di Brera di Merate, una scienziata giapponese lei, uno statunitense lui, che abitano ad Osnago. Emma, a lungo sognata, desiderata e cercata, pareva dormisse, invece probabilmente non era già più con loro: palllida, fredda, immobile, senza fornire alcun cenno, nemmeno un alito di respiro. Sono subito intervenuti i sanitari di Areu, che con tenacia, quasi fossero protagonisti di un miracolo, sono riusciti come a riportarla in vita, con il cuoricino della creatura che ha ripreso a battere in maniera impercettibile ma sufficiente per trasferirla in ambulanza al vicino ospedale di Merate. La folle corsa a sirene spiegate con i lampeggianti blu accesi per divorare la manciata di chilometri di strada verso il San Leopoldo Mandic e guadagnare secondi preziosi purtroppo non è servita a niente. Nonostante i tentativi di rianimarla, la somministrazione di adrenalina, la mobilitazione di tutti gli specialisti di guardia, il «miracolo» realizzatosi qualche minuto prima non si è ripetuto, il cuoricino di Emma non è tornato a battere, i suoi polmoni non hanno ripreso a respirare.

La creaturina si è spenta di nuovo, per sempre e i medici non hanno potuto altro che constarne il decesso e certificare l’ineluttabile. Della tragedia sono stati avvisati anche i carabinieri e il magistrato di turno, ma i primi a voler scoprire cosa abbia portato via Emma e capire perché sono gli stessi dottori che hanno tentato il possibile per salvarla, per questo hanno chiesto e disposto come è loro facoltà l’autopsia, che verrà effettuata dopodomani. La piccolina, che ha vissuto solo 45 giorni, soffriva già di alcuni disturbi abbastanza seri sin dalla nascita, a quanto pare però non tali da strapparla tanto prematuramente, per questo si pensa che la causa della sciagura possa essere la morte in culla, un ««fantasma»» che fa visita ai neonati e se li porta via quando dormono, senza alcun preavviso, senza un motivo.