Telecamere e tabulati telefonici per far luce sul giallo di Taceno

Si cercano riscontri al racconto dell'avvocato milanese che ha denunciato di essere stata rapita e gettata in un burrone

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Taceno, 16 ottobre 2014 - Le telecamere potrebbero fornire la risposta definitiva sulla vicenda dell’avvocato milanese D.R. che ha denunciato di essere stata rapita e gettata in un burrone da uno sconosciuto nella serata di lunedì. Saranno gli occhi elettronici a dipanare i dubbi sulla storia raccontata dalla quarantenne che è stata sentita nuovamente dalla Polizia.

Le risposte date dalla donna non sembrano convincere del tutto gli inquirenti, così come la versione dell’aggressione subìta nel marzo scorso nel suo ufficio di Milano. Per questo saranno determinanti i controlli della videosorveglianza e la registrazione delle reti per le telecomunicazioni. La visione delle immagini delle telecamere posizionate lungo la Superstrada e in diversi punti anche sulle strade comunali, in base al lungo percorso che la donna avrebbe fatto sotto minaccia del suo sequestratore, permetteranno di stabilire con assoluta certezza se nella macchina si trovava qualcun altro. Inoltre si potrà stabilire chi era alla guida del veicolo, la Peugeot 407 di proprietà dell’avvocato, durante il lungo tragitto per arrivare da Monza - dove sarebbe avvenuto il rapimento - fino in località Comasira in Valsassina.

Le telecamere difficilmente potranno fornire immagini così nitide da consentire l’identificazione del presunto rapitore che l’avrebbe picchiata e tentato di strangolare prima di buttarla nel burrone, ma consentiranno di stabilire senza alcun dubbio che sulla macchina l’avvocato milanese non viaggiava da sola. Perchè la questione prioritaria in questo momento è stabilire la veridicità del racconto della donna, racconto che al momento non ha trovato riscontri inconfutabili. Nel momento in cui si sarà stabilito senza dubbio alcuno che il sequestro è avvenuto si potrà passare all’uso delle celle della telefonia mobile che oltre a dare precise indicazioni sui passaggi temporali nei vari luoghi potrebbero consentire di identificare il presunto rapitore.

I tecnici, su mandato della Procura, potranno controllare tutte le celle a cui si è collegato il telefono cellulare dell’avvocato nel lungo viaggio tra Brianza, Bergamasca e Lecchese, in queste celle verrà cercato un altro numero che negli stessi momenti è stato agganciato e questo consentirà di eliminare una serie enorme di numeri telefonici fino ad arrivare all’unico cellulare che ha fatto lo stesso percorso di quello dell’avvocato. In questo modo gli inquirenti avranno in mano il numero di cellulare del rapitore e potranno incastrarlo.