Dona un rene e salva quattro vite: il "miracolo" della samaritana

Milano, la scelta della donna innesca una serie di trapianti incrociati

Sala operatoria (Foto di archivio)

Sala operatoria (Foto di archivio)

Milano, 16 luglio 2016 - La "samaritana" è una donna di 60 anni di Milano. Una donatrice anonima, come nella parabola del Vangelo di Luca, che ha deciso di donare un proprio rene a scopo di trapianto per salvare la vita ad un ricevente. Nessun legame affettivo tra i due, un puro gesto di solidarietà che ha messo in moto, per la seconda volta in Italia, una catena di Sant’Antonio (per rimanere in tema), che ha permesso di salvare quattro pazienti. La Lombardia, cuore della donazione samaritana, ha dato il via al trapianto incrociato: il rene è stato espiantato a Milano e da quel momento è partita un’organizzazione complessa che ha riguardato 4 donatori, 1 maschio e 3 femmine, e 4 pazienti, 3 maschi e 1 femmina, che hanno ricevuto il trapianto tra Pisa, Siena e Bergamo, dove si è conclusa la catena “cross-over”, su un paziente bergamasco di 48 anni.

La donazione della “samaritana” ha consentito di realizzare una catena di trapianti che altrimenti non si sarebbe potuta effettuare. Il rene della donna milanese è stato trapiantato su un paziente a Pisa, che aveva già un donatore, ma che per motivi immunologici non era compatibile. Il donatore di questo paziente ha quindi potuto donare il proprio rene ad un altro pisano, che a sua volta aveva a disposizione il rene di un altro donatore ma non compatibile. Quest’ultimo ha donato il rene ad un paziente di Siena compatibile. Il rene a disposizione del senese è andato a Bergamo ad un uomo in attesa di un rene da cadavere. Un caso di particolare rilevanza perchè, grazie alla donazione da vivente, è stato possibile incrociare in successione tutti i donatori e i riceventi idonei al trapianto ma incompatibili tra di loro a livello immunologico o per gruppo sanguigno, realizzando così la catena di donazioni e trapianti. "Sono tutte coppie in cui c’era un donatore e un ricevente ma non compatibili tra loro – ha spiegato il direttore del Centro nazionale trapianti , Alessandro Nanni Costa – Succede nel 15% dei casi. Il donatore samaritano scardina questo problema. Speriamo di averne altri".

il gesto altruistico, che in Italia è ammesso solo per il rene, è il secondo caso italiano. Il primo avvenne nell’aprile del 2015 e sempre grazie ad una donna lombarda. "E' avvenujto tutto nell’arco di 35 ore", ha sottolineato Nanni Costa. "Si è trattato di un bellissimo gesto d’amore e di solidarietà da parte di questa donna milanese – ha dichiarato il ministro della salute, Beatrice Lorenzin – la migliore risposta che si possa dare alla cultura dell’odio, che è purtroppo tornata a farsi sentire con il terribile attentato di Nizza".