Spazio Fumetto, le Clinicommedie di Tempo Medico firmate Crepax

L’esposizione è una gemma rara: non solo perché svela 60 delle 300 tavole originali disegnate da Crepax, ma anche perché riporta alla luce un’opera che era sempre stata destinata a un pubblico di nicchia

Clinicommedie di Crepax

Clinicommedie di Crepax

Milano, 15 ottobre 2016 - Di Guido Crepax credevamo di sapere tutto. Capita spesso quando si trattano i grandi artisti capaci di lasciare un segno nella storia di un Paese. E invece no: perché di questo grande fumettista milanese - scomparso nel 2003 e autore di personaggi memorabili come Emmanuelle per la collana “Erotica” e “Valentina” su “Linus” (la rivista di fumetti per adulti che aveva provocato una grande breccia culturale alla fine degli anni Sessanta), senza contare un passato proficuo come illustratore di dischi musicali e nel mondo della pubblicità - per anni si è ignorata la rappresentazione di un mondo complesso e variegato come quello medico, raccontato con grande professionalità scientifica e per di più con la magia delle vignette sulla rivista “Tempo Medico”. Un vuoto finalmente colmato grazie alla mostra “L’altro Crepax - 30 anni di Clinicommedie su Tempo Medico”, che si inaugura oggi al Wow Spazio Fumetto.

L’esposizione è una gemma rara: non solo perché svela 60 delle 300 tavole originali disegnate da Crepax per illustrare le sue “Clinicommedie” tra il 1965 e il 1994, ma anche perché riporta alla luce un’opera che era sempre stata destinata a un pubblico di nicchia. «“Tempo Medico” non era una di quelle riviste che si trovano in edicola ma era inviata in omaggio ai medici italiani - spiega Luigi Bona, direttore di Wow Spazio Fumetto - per cui il numero dei lettori era per forza di cose ridotto». Eppure è proprio su queste pagine che sarebbero nate alcune silhouette di donna ispiratrici di personaggi successivi come “Valentina” e di tante altre “eroine” in compagnia delle quali è possibile rivivere alcuni decenni di storia del costume italiano. Percorrendo con lo sguardo le immagini si ha quasi l’impressione che ogni vignetta racchiuda uno sketch dai contorni appassionanti che racconta il vissuto personale del medico a contatto con il paziente, e allo stesso tempo offre uno spaccato interessante sull’evoluzione della sua figura nel corso degli anni. «Uno degli aspetti più interessanti di Guido Crepax è la capacità di rendere variabile una scena potenzialmente ripetitiva come poteva essere l’analisi di un caso clinico - spiega il figlio Antonio, che ha curato le didascalie dell’esposizione - soffermandosi su alcuni particolari e dimostrando una grande carica creativa. Le figure femminili delle clinicommedie, per esempio, sotto il camice spesso nascondono vestiti eleganti, il che deriva dall’interesse che mio padre nutriva per la moda. E molti pazienti si rivelano dei tipi caratteristici che oggi sembrano scomparsi».

Ma le sorprese non sono finite. Dal 9 novembre al 6 dicembre si potrà infatti ammirare alla Statale un’altra mostra sul fumettista milanese dedicata alle copertine di “Tempo Medico”, disegnate da Crepax tra il 1960 e il ‘90: oltre 200 illustrazioni che consentono di ripercorrere una storia a fumetti della medicina in Italia.

“L’altro Crepax” fino al 13 novembre a Wow Spazio Fumetto, viale Campania 12.