Meningite, in Lombardia prenotati 2 mila vaccini al giorno

L'assessore Gallera: "Ribadiamo che non c'è alcuna emergenza, nessuna epidemia"

Vaccino (archivio)

Vaccino (archivio)

Milano, 3 febbraio 2017 - Sono arrivate 50mila prenotazioni per il vaccino contro la meningite da meningococco in Lombardia. Un numero importante, soprattutto se si considera che è ferito a sole tre settimane di tempo, da quando è scattato il servizio che consente di ottenere la vaccinazione a un prezzo contenuto.

"L'attenzione mediatica di questo periodo - ha detto l'assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, - spiega il perchè, nonostante non siano trascorsi neppure 30 giorni dal momento dell'attivazione, con una media di circa 2mila al giorno, sono giunte a oltre 50mila le prenotazioni, che i lombardi hanno effettuato per la vaccinazione contro la meningite da meningococco, che Regione Lombardia offre in co-pagamento dallo scorso mese di gennaio".

"Un risultato inatteso - prosegue Gallera - che da un lato ci rende soddisfatti, ma da un altro ci impone di inviare, ancora una volta, un messaggio chiaro alla cittadinanza, affinchè non continui a dilagare la psicosi meningite che sembra alla base della corsa al vaccino che sta saturando in qualche caso le agende degli ambulatori ad hoc messi a disposizione per le vaccinazioni. Ribadiamo che non c'è alcuna emergenza, nessuna epidemia".  

E a tal proposito Gallera ha confermato che "la donna deceduta all'Ospedale di Luino è stata colpita da una meningite di tipo pneumococcico. E' stata quindi esclusa, quindi, in maniera definitiva, l'infezione da meningococco che avrebbe comportato un rischio di contagio". "Dalle indagini effettuate - ha continuato l'assessore - è emerso che la paziente rientrava in quelle categorie che vengono definite 'soggetti a rischio' (anziani o pazienti con patologie gravi) e che ogni anno, non solo in questo periodo, fanno registrare circa 500 casi all'anno per infezioni da pneumococco. Dico questo per ribadire ancora una volta che non ci troviamo in una situazione di emergenza e che non c'è in atto alcuna epidemia, piuttosto una maggiore attenzione mediatica a questi decessi".