Lite per tasse e banche, ma fra Italia e Svizzera vincono i trafficanti di valuta

Braccio di ferro sul rientro di capitali e intanto il denaro sconfina da Brogeda. Un solo filone di spalloni può valere fino a 31 milioni di euro. La disponibilità italiana di valuta all'estero è di 131 milioni

Il labrador Zeb è un cash dog, cane specializzato nella ricerca di denaro alla dogana di Brogeda

Il labrador Zeb è un cash dog, cane specializzato nella ricerca di denaro alla dogana di Brogeda

Como, 22 ottobre 2014 - Italia e Svizzera hanno avviato nel 2012 un negoziato su diversi aspetti dei rapporti finanziari e tributari in essere tra i due paesi; tra i temi sul tappeto del confronto c'è quello della tassazione dei risparmi detenuti da cittadini italiani presso le istituzioni finanziarie svizzere e proprio in queste ore il Parlamento sta affrontando un disegno di legge per prevedere nel 2015 una procedura di rimpatrio dei capitali.

Ma da parte della Svizzera c'è invece la richiesta di revisione dell'accordo già in vigore sulla tassazione dei lavoratori transfrontalieri e anche la possibilità di una maggiore penetrazione in Italia degli istituti di credito dei quattro cantoni. Uno scontro ormai aperto quello tra il Ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan e quello svizzero Eveline Widmer-Schlumpf, su un tema che da sempre costituisce un nervo scoperto nei rapporti italo-elvetici: la regolarizzazione dei capitali italiani sconosciuti al fisco e depositati oltreconfine. Lo scudo fiscale del 2009, in un anno secondo le stime governative, aveva consentito il rientro di 80 miliardi di euro, di cui circa 60 dalla Svizzera, seguita da Lussemburgo e dal Principato di Monaco. Oggi Padoan parla di 6,5 miliardi che potrebbero rientrare in Italia. 

Como, 22 ottobre 2014 - Il contante viaggia in auto, principalmente. Nascosto in doppifondi dai professionisti del contrabbando di denaro, in luoghi improbabili e improvvisati da chi tenta il fai da te, spesso fallimentare. Ma ciò che accomuna chi trasporta valuta in Svizzera, ogni giorno dell’anno, è la capacità di alimentare un flusso inarrestabile, mai quantificato fino in fondo, nonostante gli sforzi di intercettare almeno una parte di questa emorragia. I valichi comaschi, e principalmente quello autostradale di Brogeda, sono una sorta di imbuto dell’illecito, che collega il Sud e Nord d’Europa, dove la valuta la fa da padrone in mezzo a tante altre attività ugualmente illegali: transito di droga, armi, persone.

La media delle contestazioni da parte della Guardia di finanza, è di almeno una al giorno. Tra i 50 e i 100mila euro la cifra variabile più frequente, quella che vale il viaggio, ma sempre parlando di iniziative personali. Perché se si tratta di giri basati su professionisti, quelli che conoscono gli orari e i valichi adatti a tentare il passaggio riducendo al minimo il rischio di un controllo, capaci di occultare il contante negli anfratti delle auto più impensabili, e realizzati ad hoc da carrozzieri conniventi, allora si deve parlare di milioni. Un dato quantificato con precisione, che rimane ancora oggi forse l’unico punto di riferimento attendibile per questo genere di fenomeno, parla di 31 milioni di euro contrabbandati tra 2004 e 2005, limitatamente a un filone di spalloni, individuato e monitorato per mesi dalla Guardia di finanza di Como.

Tuttavia, c’è la consapevolezza che i numeri devono essere moltiplicati. Non si sa esattamente quanto, ma decisamente moltiplicati. I controlli valutari svolti al confine, nel 2013 hanno consentito di acquisire documentazione attestante una presunta disponibilità di valuta italiana all’estero di 131 milioni di euro, ma anche in questo caso si tratta della punta di un iceberg. Da un lato perché tutti gli estratti conto, tessere bancomat riconducibili a conti correnti, libretti di assegno, devono essere sottoposti ad accertamenti per capire quanto ci sia di detenuto lecitamente, come nel caso di capitali detenuti all’estero e regolarmente dichiarati in Italia. Dall’altro perché, anche in questo caso, si tratta solo di una parte di ciò che transita, intercettata dai militari e ritenuta di interesse.