Detenuto furioso al Bassone e tre guardie finiscono in ospedale

Botte e tensione al Bassone. Il soggetto non riesce a convivere bene con gli altri detenuti. Era stato spostato in infermieria, una situazione più monitorata ma ha dato in escandescenze di Paola Pioppi

La casa circondariale del Bassone ancora al centro di un episodio di violenza

La casa circondariale del Bassone ancora al centro di un episodio di violenza

Como, 1 marzo 2015 - Ha aggredito tre agenti di polizia penitenziaria, in un momento di furia quasi impossibile da contenere. L’uomo, un nigeriano trentenne con problemi comportamentali, è detenuto nel carcere Bassone di Como dopo aver girato altre strutture lombarde, tra cui San Vittore. Si trovava in cella nella sezione infermeria venerdì sera, assieme ad altri due detenuti che necessitavano di assistenza medica. Ma all’improvviso ha dato in escandescenze: per calmarlo, sono intervenuti tre agenti, che sono diventati i destinatari dell’aggressività dell’uomo. Li ha picchiati, buttati a terra, colpiti ripetutamente: pochi minuti di rabbia impossibili da contenere. Tutti e tre, sono finiti al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna, dove i medici hanno diagnosticato contusioni traumi, dimettendoli con una prima prognosi di sei giorni.

Giunto a Como dopo essere stato trasferito da altre case circondariali, il detenuto protagonista dell’aggressione di fatto risulta essere un soggetto di difficile gestione e convivenza anche con gli altri carcerati, al punto che, dopo aver girato alcune sezioni ordinarie, è stato spostato in infermeria, un contesto più raccolto e monitorato con maggiore attenzione dagli agenti. Ma anche qui, è riuscito a creare problemi. «Nella sezione infermeria – protesta Davide Brienza, segretario regionale del sindacato di polizia Penitenziaria Cnpp – dovrebbero esserci solo detenuti bisognosi di cure, ma qui a Como ci sono persone con patologie psichiche, o che non trovano spazio in altre sezioni, rendendo così difficile il lavoro dell’area sanitaria». Un problema già evidenziato in altre occasioni, ma in questo caso si aggiunge un altro aspetto: «Più volte – continuano i rappresentanti sindacali – è stato chiesto alla direzione di allontanare questo detenuto, perché pericoloso: a conferma, esistono diversi documenti, relazioni di servizio e denunce, ma non è stato fatto nulla. Ogni giorno ci sono risse tra detenuti al Bassone, e non dimentichiamo i tre casi di suicidi avvenuti di recente».

Tra ottobre e novembre, nell’arco di poco più di un mese, si erano infatti tolti la vita tre detenuti, all’interno delle celle. Tre casi molto differenti uno dall’altro: uno straniero con reati non particolarmente rilevanti, un italiano rientrato in carcere per un sequestro di persona e collocato in isolamento per divieto di comunicazione con i coindagati, e un ultrasessantenne accusato dell’omicidio dell’anziana madre, con problematiche familiari molto forti. Tre storie senza legami, se non la disperazione di non trovare prospettive alla condizione a cui erano approdati. Il secondo suicidio, era inoltre avvenuto mentre al Bassone era in corso un’ispezione del Provveditorato per verificare le condizioni in cui era avvenuto il primo, precedente di una settimana.