Multe sparite o cancellate, chiuse le indagini: 23 indagati

Un totale di 2.255 dati inseriti nei terminali della polizia stradale, e ritenuti falsificati. A conclusione delle indagini sulla gestione delle multe che ha coinvolto la polizia stradale di Como, il sostituto procuratore Massimo Astori ha formalizzato le accuse nei confronti di 23 indagati, quasi tutti agenti della polstrada di Paola Pioppi

Una multa (foto repertorio)

Una multa (foto repertorio)

Como, 21 ottobre 2014 - Un totale di 2.255 dati inseriti nei terminali della polizia stradale, e ritenuti falsificati. A conclusione delle indagini sulla gestione delle multe che ha coinvolto la polizia stradale di Como, il sostituto procuratore Massimo Astori ha formalizzato le accuse nei confronti di 23 indagati, quasi tutti agenti della polstrada. Patrizio Compostella, all’epoca comandante, il vicecomandante Gian Piero Pisani e gli agenti Massimiliano Busnelli, Rosamaria Palmieri, Massimiliano Bonizzoni, Alessandro Nardese, Lorenzo Falzetti, Fabrizio Galbiati e Alessandro Millich, sono accusati a vario titolo di aver formato documenti informatici falsi, inseriti nelle banche dati della Polizia Stradale per la gestione delle contravvenzioni, tra 2009 e 2013, relativi a 1.746 contravvenzioni al Codice della Strada, simulando la presentazione di altrettanti ricorsi mai avvenuti e quindi estinguendo immotivatamente i provvedimenti. Condotte che si sarebbero quindi tradotte nella mancata contestazione delle sanzioni e del relativo importo. Per Pisani, in concorso con Compostella, si aggiungono accuse relative alla formazione di atti «ideologicamente falsi», finalizzati a multe prese lo scorso anno mentre si trovava in luoghi diversi da Como: sulla Milano-Meda, a Casteggio o Paderno Dugnano.

Le ipotesi in concorso con Davide Gaspa, commissario aggiunto della Polizia Locale di Como, responsabile dell’ufficio verbali, assieme a Pisani e Compostella, Emanuele Mertz, Lorenzo Falzetti, Angelo Zizzari, Leonardo Bonfitto, tutti agenti della Stradale e Sebastiano Tufarulo, impiegato civile sempre in servizio presso la Stradale, riguardano invece una serie di sanzioni prese a marzo 2012, quando le loro auto erano parcheggiate in via Italia Libera, per le quali era stata chiesta e ottenuta la cancellazione affermando – falsamente, secondo la Procura – che i mezzi erano utilizzati per compiti istituzionali. Episodi che si sarebbero ripetuti, coinvolgendo anche altri agenti del comando, in altre occasioni, fino al 2014. Tutti episodi ricostruiti a ritroso, andando a recuperare i verbali di accoglimento delle richieste di cancellazione delle sanzioni, tra le migliaia che ogni anno transitano dal comando di polizia locale di Como. Lo stesso lavoro fatto per andare a ricostruire le multe impropriamente cancellate. Dalla conclusione delle indagini, è stato invece stralciato l’episodio relativo all’incidente riguardante il figlio del medico dirigente della Questura di Como, Angela Napolitano, che sarebbe stato stravolto nell’attribuzione delle responsabilità, ai danni del conducente dell’auto che aveva invece evitato lo scontro con il ragazzino in bicicletta.