Un’angoscia vissuta nel silenzio: "Mia moglie era malata, l’ho uccisa"

Il gesto dell’ex vigile maturato dopo un anno di preoccupazione

La villetta dove viveva la coppia(Cusa)

La villetta dove viveva la coppia(Cusa)

Como, 20 febbraio 2017 - La stanchezza, la paura di affrontare il futuro con una moglie gravemente malata. I motivi che hanno spinto Armando Molteni verso la sua scelta sono ormai stati chiariti dagli accertamenti della Squadra Mobile della polizia di Como, le cui indagini non hanno fatto altro che confermare quanto l’uomo, ex agente di polizia locale di 82 anni, ha lasciato scritto in una lettera di poche righe, affissa su un vaso della camera da letto. Venerdì pomeriggio, Molteni ha accoltellato a morte la moglie, Anna Radice, 76 anni, aggredendola mentre era a letto. Ha poi cercato lui stesso di togliersi la vita, adagiandosi nella vasca da bagno e colpendosi all’addome e alla gola con altri coltelli da cucina. È stato salvato dal figlio, che nel tardo pomeriggio è andato a casa loro: per la madre non c’era più nulla da fare, ma il ricovero immediato in ospedale ha consentito di salvare il padre, nonostante si fosse inflitto quelle ferite forse già da qualche ora.

Ma quella disperazione, che nessuno era riuscito a percepire in maniera così radicata, Armando Molteni ha voluto spiegarla, per non lasciare nel dubbio i suoi affetti. A spingerlo verso quella decisione, è stata soprattutto la condizione di progressivo peggioramento della moglie, che da un anno a questa parte lo preoccupava sempre di più. Piccole distrazioni, come il rubinetto del gas lasciato accidentalmente aperto, amnesie e progressivi segnali di perdita di autosufficienza.

Temeva di non riuscire a gestire questo peggioramento, i guai che ne sarebbero potuti derivare. Non ha chiesto aiuto o sostegno, preferendo quella scelta drastica e drammatica. Ora si trova ricoverato all’ospedale Sant’Anna di San Fermo della Battaglia, fuori pericolo dopo l’intervento a cui è stato sottoposto venerdì sera. Da sabato, quando gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare – chiesta dal sostituto procuratore Simona De Salvo, e firmata dal gip Francesco Angiolini – è agli arresti domiciliari all’interno dello stesso ospedale, da cui non si può allontanare. Entro una decina di giorni, se le sue condizioni di salute lo consentiranno, il giudice potrebbe decidere di fissare l’interrogatorio di garanzia.