Pagavano «regolare» affitto a un privato ma il palazzo inagibile era del Demanio

Pralboino, nel palazzo alloggiavano una quindicina di indiani ma anche una pizzeria. Un italiano riscuoteva l'affitto ma il palazzo era in realtà inagibile e di proprietà pubblica. Dipendente pubblico accusato di aver rilasciato false certificazioni di Beatrice Raspa

Stranieri  in coda per i permessi  di soggiorno, proseguono gli accertamenti (foto di repertorio)

Stranieri in coda per i permessi di soggiorno, proseguono gli accertamenti (foto di repertorio)

Brescia, 25 febbraio 2015 - Indagano sui permessi di soggiorno falsi, anzi, rilasciati sulla base di presupposti inesistenti, e scoprono che nel centro di Pralboino c’è un palazzo di proprietà dello Stato che da almeno dieci anni ospita una quindicina di immigrati. Ospita si fa per dire, perché gli inquilini pagano regolarmente l’affitto a un privato. E tutto questo con la complicità di un dipendente comunale.

Emergono nuovi dettagli dalle inchieste sul mondo delle regolarizzazioni degli stranieri, una realtà che, stando ai riscontri, appare tutt’altro che limpida e lineare. Il pm Ambrogio Cassiani, che da tempo approfondisce i retroscena dei decreti flussi, nei giorni scorsi ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Pralboino, accusato di falso in atto pubblico. Il gup ha fissato il processo per il prossimo dicembre.

La procura aveva contestato anche la truffa - reato del quale era chiamato a rispondere anche il privato che ha incassato gli affitti - ma il gup in ordine a questa ipotesi ha decretato il non luogo a procedere. La vicenda è venuta alla luce in autunno, quando i carabinieri hanno messo sotto la lente la Bassa bresciana, terra di allevamenti agricoli e manovalanza sikh. A fare scattare gli accertamenti, la presenza massiccia di immigrati, soprattutto indiani.

Nel corso dei controlli - poi sfociati in dieci arresti per favoreggiamento all’immigrazione clandestina e 350 persone denunciate, tra cui una settantina di imprenditori italiani - investigatori e inquirenti si sono imbattuti in quindici indiani ai quali il Comune aveva rilasciato un documento di idoneità alloggiativa, sulla scorta del quale poi gli stessi avevano ottenuto i documenti di soggiorno.

Gli stranieri risultavano residenti in via Garibaldi, in un palazzo che si è scoperto essere di proprietà del Demanio e che peraltro era stato dichiarato inagibile dai vigili del fuoco. Non solo: nello stabile ha casa anche una pizzeria gestita da italiani (e i titolari hanno sempre versato regolare affitto) così come è italiano - meglio, bresciano - il privato che per l’accusa ha accumulato una fortuna - si parla di 400mila euro, ed è scattata una segnalazione alla Corte dei conti - intascando i canoni di locazione. Il sistema avrebbe imperversato tra la fine degli anni Novanta e il 2014 con il benestare del dipendente pubblico, il quale avrebbe appunto rilasciato false certificazioni. Operato del quale adesso dovrà rispondere in aula.