Uccide la fidanzata 18enne poi si toglie la vita, l'incredulità degli amici: "Non era un mostro"

«Lui l’aveva cresciuta come una figlia, la aiutava in tutto. Era spaventato da questa grande differenza d’età, è vero, ma poi si è fatto travolgere. Lei gli aveva detto che lo considerava l’uomo della sua vita e continuava a ripeterglielo nonostante frequentasse un coetaneo» di Beatrice Raspa

Luigi Cuel e Cezara Musteata (Facebook)

Luigi Cuel e Cezara Musteata (Facebook)

Sedena di Lonato (Brescia), 4 settembre 2015 - «Lo scriva, per favore: Luigi non era un mostro. Non fatelo apparire come tale. Era una persona buonissima e generosa, vittima a sua volta della situazione. È anche per questo che tutti noi proviamo grande rabbia. È come se ci avesse traditi». Mentre racconta Carla Incontro, un’amica di famiglia che considerava Luigi Cuel un nipote, piange. «Domenica aveva passato la giornata da me, era solo più serio del solito, null’altro».Tra chi conosceva bene il 44enne di Calcinato, che il primo settembre ha ucciso la ex fidanzata, la diciottenne moldava Cezara Musteata, e poi si è impiccato a un albero vicino al maneggio dismesso «La Pampa», Sedena di Lonato, c’è un’immensa incredulità. Impossibile immaginare quell’uomo descritto come pieno di vita e di interessi mentre pianifica un omicidio-suicidio, anche se chi lo frequentava sapeva bene che ci era rimasto molto male dopo essere stato abbandonato a luglio dalla ragazzina.

I carabinieri sul luogo dell'omicidio-suicidio a Sedena di Lonato (Ansa)

«Cuel non sopportava gli fossero state raccontate bugie» ha rivelato l’amico di una vita, Luciano Ottonelli, che martedì sera si è recato a La Pampa per cercarlo e ha scoperto l’orrore dei corpi, lui appeso a una pianta, lei distesa a terra sotto una coperta, come dormisse, con una fascetta stretta al collo. Quella con Cezara non era stata la sua prima relazione d’amore naufragata: «Luigi non aveva mai manifestato segni di squilibrio durante la nostra storia, né quando ci siamo separati» chiarisce Eva Nardi, sua compagna dal 2003 al 2008. Forse nel rapporto con la studentessa, conosciuta quattro anni fa in amicizia e poi amata, qualcosa ha mandato radicalmente in tilt la sua mente. Cuel infatti nelle ultime settimane prendeva psicofarmaci per la depressione. 

«Lui l’aveva cresciuta come una figlia, la aiutava in tutto - continua la «zia» Carla -. Era spaventato da questa grande differenza d’età, è vero, ma poi si è fatto travolgere. La prima a dichiararsi era stata Cezara e Gigi era rimasto spiazzato. Lei gli aveva detto che lo considerava l’uomo della sua vita e continuava a ripeterglielo nonostante frequentasse un coetaneo». Martedì mattina, anziché recarsi al lavoro, nella concessionaria d’auto a San Zeno, Cuel si è diretto a Castiglione delle Stiviere, a casa di Cezara. Lei è salita in auto con lui dimenticandosi il cellulare. In quali condizioni abbia raggiunto l’ex maneggio, dove tante volte aveva fatto lunghe passeggiate a cavallo con l’amico-fidanzato, è da appurare. Gli inquirenti sospettano che l’uomo, prima di strozzare la giovane con una fascetta, l’abbia stordita o forse narcotizzata con dell’etere. Vicino ai cadaveri è stata rinvenuta una confezione di liquido, così come è finita sotto sequestro una bottiglia di cloroformio che Cuel avrebbe comprato il 31 agosto, il giorno prima dell’omicidio-suicidio. Ieri si è svolta l’autopsia ma l’esame non ha fornito indicazioni utili in tal senso. Per capire servirà attendere l’esito di specifici esami tossicologici.