Valcamonica, emergenza N.K.: futuro nero per i 72 dipendenti

L'azienda tessile che ha chiuso i battenti a gennaio è al primo posto tra le emergenze occupazionali della Comunità Montana

L’azienda ha chiuso a gennaio e  il 31 dicembre scade la cassa integrazione

L’azienda ha chiuso a gennaio e il 31 dicembre scade la cassa integrazione

Breno (Brescia), 26 settembre 2016 - Ancora incerto il futuro dei settantadue lavoratori della filatura N.K. (Nieggler&Kupfer) di Ceto, azienda tessile che ha chiuso i battenti a gennaio e che finisce al primo posto tra le emergenze occupazionali della Comunità Montana della Val Camonica, il cui presidente, Oliviero Valzelli, ha convocato nei giorni scorsi il Tavolo delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali per discutere delle maggiori criticità.

Per ora gli ex lavoratori dello stabilimento di Ceto possono beneficiare della cassa integrazione, ma la scadenza del 31 dicembre è vicina e non si vedono nuove prospettive. L’obiettivo continua ad esser la ricerca di possibili proposte progettuali di nuovi imprenditori interessati a insediarsi nell’area. L’impegno delle istituzioni, infatti, è di facilitare il riutilizzo del sito industriale, con la ricollocazione degli operai che hanno perso il posto di lavoro e che dovranno seguire corsi di formazione specifici in base alle esigenze della nuova azienda che potrebbe eventualmente insediarsi al posto della Nk, evitando speculazioni e con la consapevolezza che la nuova direttiva alluvioni dell’Unione Europea, recepita dalla Regione, ha imposto nuovi vincoli paesaggistici all’area, per scongiurare il pericolo di esondazione.

Altro fronte caldo è quello dell’Ubi-Banca di Valle Camonica, che sta per attuare la razionalizzazione prevista dal proprio progetto aziendale. La preoccupazione dei delegati sindacali nasce dalla previsione che la riorganizzazione territoriale del comparto bancario comporterà la mobilità per alcuni dipendenti. Di mezzo ci sono anche gli utenti: l’auspicio è che l’erogazione dei servizi ai cittadini sia mantenuta ai livelli efficienti, conservando alcune funzioni che permettano di salvaguardare i posti di lavoro in valle, evitando il rischio di mobilità verso la città. Sul piatto, infine, anche il tema della riforma sanitaria. Nei prossimi giorni la Comunità montana porterà in Regione una proposta unitaria, condivisa con tutti gli interlocutori, per illustrare alcune criticità, ribadire la specificità del territorio e ottenere una maggiore autonomia attraverso particolari modelli gestionali e aziendali, garantendo gli attuali livelli occupazionali.