
I carabinieri di Brescia hanno chiuso l’area (Fotolive)
Cazzago S.Martino (Brescia), 12 settembre 2015 - I carabinieri sono arrivati intorno alle 11.30 e hanno messo i sigilli all’area: finisce sotto sequestro la discarica della Macogna la ex cava che insiste sui Comuni di Cazzago, Berlingo, Travagliato e Rovato. A firmare il provvedimento il pm della Procura di Brescia Silvia Bonardi dopo che nelle scorse ore i risultati delle analisi fatte dai tecnici dell’Arpa (60 giorni dopo i prelievi eseguiti lo scorso 8 luglio) sui rifiuti conferiti nella discarica di proprietà della Ddr avevano riscontrato valori anomali. Esuberi di molibdeno, bario e tds erano stati riscontrati nelle analisi fatte svolgere dal comitato che si oppone all’impianto autorizzato dalla Provincia nel luglio del 2013 e in grado di smaltire 1,35 milioni di metri cubi di rifiuti inerti.
I carabinieri hanno visitato anche un laboratorio per controllare i risultati di alcune analisi svolte sui rifiuti dall’azienda. All’esterno del sito dove da qualche giorno erano ripresi i conferimenti (una ventina di camion al giorno) dopo lo stop estivo i rappresentanti del comitato in presidio da 150 giorni contro la discarica hanno iniziato a festeggiare andando avanti fino a sera quando è stata organizzata una festa per il sequestro. «Se questa è la decisione – spiegano i rappresentanti del comitato – significa che avevamo ragione».
Sul posto anche il sindaco di Berlingo, Cristina Bellini, che nei giorni scorsi aveva sollecitato Arpa a rendere noti i risultati dei prelievi fatti lo scorso luglio dopo che alcuni esponenti del comitato no discarica avevano bloccato quattro camion provenienti dall’Alfa Acciai carichi di rifiuti destinati alla discarica. «Siamo molto soddisfatti – spiega il primo cittadino da sempre contrario alla realizzazione della discarica e favorevole invece alla riconversione a uso naturalistico – Se però è dovuta intervenire la magistratura significa che la situazione alla Macogna è grave».
Soddisfazione arriva anche dal Movimento 5 Stelle. «Siamo orgogliosi di tutti i cittadini che hanno combattuto per il loro territorio – spiegano i parlamentari bresciani di 5 Stelle – Non capiamo però il perché Arpa abbia aspettato così tanto per rendere pubbliche le analisi dopo che era già stata dimostrata la contaminazione».Il sequestro di ieri è solo l’ultima tappa di una vicenda che più volte è entrata nelle aule di tribunale per i ricorsi dei Comuni interessati. La prossima udienza è prevista per l’8 giugno 2016 quando il Tar di Brescia si pronuncerà sulla discarica.