Villa Carcina: riti voodoo contro la sala del commiato, "la morte non ci fa vivere"

Battaglia legale tra gli inquilini e il titolare dell'attività. Radio a tutto volume durante la veglia funebre e carcasse di uccelli gettate dal balcone

Un funerale

Un funerale

Villa Carcina (Brescia), 17 settembre 2017 - I problemi e le frizioni sono iniziati da subito, da quando in un immobile sfitto da tempo nel 2008 un’impresa di pompe funebri ha aperto la “casa del commiato”. Per due inquilini che vivono sopra l’attività sarebbe iniziato un incubo. "Non possiamo ascoltare musica e nemmeno invitare amici a casa – hanno raccontato i due quando ormai quasi dieci anni fa sono iniziati i problemi che li avrebbero portati addirittura a cercare di vendere la casa – Comprendiamo il dolore delle famiglie che hanno perso un loro caro e lo rispettiamo, ma non possiamo vivere in lutto costante".

La convivenza sarebbe così diventata insostenibile a tal punto che lo scorso 6 giugno il questore di Brescia ha dovuto adottare il provvedimento dell’ammonimento orale nei confronti dei due inquilini per stalking condominiale. Le liti, gli screzi , secondo quanto raccolto dalle forze dell’ordine, si sono trasformate nel giro di un paio di anni in pesanti ripicche e per arrivare fino a veri propri danneggiamenti. A farne le spese i titolari dell’attività e i loro familiari tanto che una di loro ha dovuto fare ricorso alle cure del centro psicosociale della Valle Trompia "per la situazione di forte stress in cui versa", come spiega la sentenza del Tar di Brescia con cui i giudici amministrativi hanno respinto la richiesta dei due inquilini sanzionati che volevano venisse annullato il provvedimento della questura.

"Le attività di disturbo sono acclarate da 19 interventi dei Carabinieri, i quali nel novembre 2013 hanno sequestrato la radio dei due ricorrenti perché utilizzata a volume altissimo durante una veglia funebre – scrivono i giudici nella sentenza – Un ulteriore indizio affiora dall’avvenuta esposizione alle finestre di 3 bamboline tipo voodoo, trafitte da spilli e ritraenti i fratelli che gestiscono l’attività commerciale e loro padre". Una situazione diventata ingestibile e fatta di: "Sale grosso e riso buttato sul vialetto di proprietà, crocchette gettate in giardino, la telecamera sul vialetto di proprietà sporcata scientemente, uccelli gettati dal balcone, testa e zampe di gallo ritrovate, vari imbrattamenti con l’olio e infine il danneggiamento dell’auto di una dei familiari", come si legge nella sentenza dello scorso 12 settembre con cui i due inquilini sono stati condannati a versare 3mila euro come compenso per le spese tecniche, 1.500 al ministero degli Interni e altrettanti ai vicini vessati.