Tragedia sulla Presanella, funerali di Raffaella e Cesare: "Dov'era Dio quella mattina?"

Don Luigi Bogarelli non teme di chiederlo a Sale Marasino officiando la Messa d’addio a mamma e figlio

I funerali di Raffaella Zanotti e Cesare Ziboni (Fotolive)

I funerali di Raffaella Zanotti e Cesare Ziboni (Fotolive)

Sale Marasino, 1 settembre 2017 - «Dov'era Dio quella mattina sulla Presanella?». Una domanda che molti si sono fatti, a Sale Marasino e non solo, in questi giorni di lutto, e ancor più ieri, davanti alle bare bianche di Raffaella Zanotti e di suo figlio Cesare, neanche 14enne. Don Luigi Bogarelli non ha timore di chiederlo, ad alta voce, dal pulpito, nella chiesa gremita di San Zenone.

In centinaia sono accorsi per l’ultimo saluto, come già avevano fatto mercoledì con il compagno di sventura, Luciano Bertagna. Tutti morti sulla cima della Presanella, a 3.000 metri d’altezza, sulla montagna che amavano tanto. «Quante lacrime abbiamo versato in questi giorni. Anche il cielo piange, anche Dio», ha sottolineato il parroco, alludendo al temporale che ha accompagnato l’arrivo delle bare in chiesa. Come nell’omelia di Bertagna, anche per mamma e figlio, il parroco parla di speranza. «Sono lassù, li rincontreremo». E in fondo, forse quella mattina Dio era lì, visto che altre persone sarebbero potute morire e invece ce l’hanno fatta. «Andrea li ha salvati», ha ricordato don Bogarelli. Il destino, infatti, ha voluto che l’altro figlio di Raffaella, poco più che vent’enne, sia riuscito a scendere di un centinaio di metri, per dare l’allarme e far sì che i soccorsi arrivassero a recuperare gli altri cinque compagni traditi dal ghiaccio.

E' stato lui, ieri, ad accompagnare la mamma ed il fratellino nell’ultimo viaggio. Sportivo scalatore, faceva fatica a camminare dietro le due bare bianche, un po’ per le conseguenze della caduta, ma soprattutto per il peso della tragedia. «Ciao mamma, ciao Cesare. Il papà non è potuto essere qui. Stateci vicino da lassù, aiutateci a superare tutto questo. Non dimenticherò mai il vostro sorriso», il messaggio che il ragazzo ha letto alla fine della cerimonia, tra la commozione generale. A ricordare il piccolo Cesare, anche una maestra. «Avevi conosciuto la bellezza delle vette. Non sei potuto arrivare sulla cima che desideravi, ma ora sei molto più in alto e ci guardi da là. Ci hai insegnato molto, non dimenticheremo mai il tuo sguardo sbarazzino». Sulla bara del bambino, tanti messaggi di affetto, scritti dagli amici e dai compagni di scuola, che hanno partecipato alla cerimonia e che lo hanno salutato lanciando in aria decine di palloncini bianchi. Il piccolo continuerà a vivere, grazie all’ultimo gesto di generosità, la donazione degli organi che il papà ha autorizzato dal letto d’ospedale, al Civile di Brescia, dove è stato operato a poche ore dalla tragedia.