Brescia, capofamiglia vittima: "Per 30 anni nelle grinfie di moglie e figlia". Arrestate

Il racconto in aula di un uomo di 84 anni vittima di angherie

Il tribunale di Brescia

Il tribunale di Brescia

Brescia, 21 dicembre 2019 - Al giudice ha raccontato l’odissea che avrebbe vissuto in silenzio per quasi trent’anni, vittima di una moglie e di una figlia aggressive e violente. Non sempre le violenze domestiche seguono il copione del marito che brutalizza la compagna. A Manerbio si è registrato un caso rovesciato di maltrattamenti in famiglia, stando alla Procura perpetrati dalle due donne di casa nei confronti dell’uomo, marito e padre, che oggi ha 84 anni.

La vicenda era venuta alla luce tra settembre e ottobre, e nei confronti della moglie, 81 anni, e della figlia dei coniugi, 53, era scattata un’ordinanza di custodia cautelare (rispettivamente un divieto di avvicinamento e i domiciliari). Gravemente malato, l’anziano ieri è stato ascoltato dal gip Riccardo Moreschi con la formula dell’incidente probatorio, così come chiesto dalla pm Erica Battaglia in considerazione del suo stato di salute precario e dell’età avanzata, per cristallizzare l’interrogatorio reso alla presenza delle parti in termini di prova, valida in sede processuale.

Davanti alle signore, l’ 84enne ha confermato quasi integralmente quanto dichiarato ai carabinieri di Manebio in prima battuta, quando aveva sporto denuncia. Dopo decenni di angherie di tutti i tipi, la vittima ha infatti trovato il coraggio di ribellarsi e chiedere aiuto. E ha raccontato tutto. Ovvero di avere preso botte, di essere stato spintonato e tenuto al freddo per rispettare il divieto di avvicinarsi alla stufa, di essere stato chiuso a chiave in casa, e ancora, tenuto alla larga dal telefono. In un paio di occasioni moglie e figlia avrebbero persino omesso di soccorrerlo dopo due cadute a terra, e in un caso aveva riportato 35 giorni di prognosi, nell’altra una frattura. Addirittura le due hanno minacciato di investirlo con l’auto, ha sostenuto. Referti medici e testimonianze di parenti e vicini hanno avallato il racconto dell’anziano (che ha poi trovato ospitalità da altri familiari). A breve la Procura intende chiudere il caso ed esercitare l’azione penale.