Incidente di caccia, padre "ingannato" da movimento dietro la siepe spara al figlio

Il giovane lotta tra la vita e la morte

I soccorsi

I soccorsi

Bergamo, 29 maggio 2017 - È indagato per lesioni aggravate colpose il 58enne che sabato all’alba, intorno alle 5.30, durante una battuta di caccia nella località Tassodine, a Villa d’Adda, ha sparato accidentalmente un colpo con il suo fucile calibro 22, regolarmente detenuto, contro il figlio di 34 anni, che, colpito alla testa, ora lotta tra la vita e la morte all’ospedale di Lecco. ​La versione fornita dall’uomo ai carabinieri di Zogno e al pm Fabio Pelosi, subito dopo l’accaduto, è stata coerente, non si è mai contraddetto. Il dramma è legato ad un errore. Il figlio, in compagnia del fratello, presente anch’esso alla battuta per liberare dai tassi nel vigneto di un parente, si trovava in quel momento dietro ad una siepe. Il luogo era stato scelto come punto di caccia, ma molto probabilmente non aveva calcolato di trovarsi nell’area di tiro del padre. È così che è maturata la tragedia.

Ad un certo punto, infatti, il padre coglie un movimento dietro il cespuglio, a circa 30 metri di distanza, e spara. Improvvisamente sente urlare. È la voce dell’altro figlio che lo chiama disperato perchè a terra, in un lago di sangue, c’è il fratello esanime. Poi l’arrivo dei carabinieri e dei medici del 118, che con l’eliambulanza trasportano il ferito all’ospedale di Lecco dove ora lotta per la vita.