«Dal punto di vista storico e architettonico se ci riflettiamo, Milano è una quinta scenica quasi sigillata ermeticamente da grandi portoni di legno massello, incorniciati a loro volta da lastre di pietra e marmorei dettagli. I seriosi palazzi settecenteschi che hanno reso elegante e discreta questa città sappiamo che nascondono inverosimili bellezze segrete, si possono spiare la sera quando si accendono lampadari e si intravedono affreschi e grisaglie, oppure quando la mattina sono attivi i servizi di portineria ed ecco che spuntano colonnati e loggiati, statue e giardini. All’epoca di conti e marchesi questi palazzi con ettari di prati e boschetti seguivano la perfezione del “cannocchiale”, ovvero quella prospettiva che guidava l’occhio ad aprire la visuale dal portone al grande parco che sembrava infinito senza un punto di fuga. E proprio il “cannocchiale” del celebre Giardino dell’Arcadia è stato al centro di una disputa, siamo in Corso di Porta Romana 76.» 📍 Un angolo nascosto di Milano, perfetto per chi ama perdersi nei propri “Giretti sparsi”, tra storie di giardini nobiliari e prospettive segrete. 📰 L’articolo di Lorenzo Bises continua sul nostro quotidiano cartaceo di oggi e su ilgiorno.it
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