Funi, De Chirico e Crippa: a Varese svelati i tesori dei privati

Al Castello di Masnago la mostra “Come la luce: dai Macchiaioli allo Spazialismo”

Sole rosso di Roberto Crippa

Sole rosso di Roberto Crippa

Varese, 30 luglio 2019 - Una ricca combinazione di stili architettonici, il Castello di Masnago: la torre appartiene al Medioevo, quattrocentesco il corpo di fabbrica principale, datata fra Sei e Settecento l’ala che ha reso la fortezza più simile a una residenza signorile. Conosciuto soprattutto, il complesso, per i cicli di affreschi della Sala degli Svaghi, i passatempi di corte, e la Sala dei Vizi e delle Virtù, classico tema allegorico e didascalico, tutti venuti alla luce nel 1938.

Sede dal 1995 di alcune collezioni dei Civici Musei di Varese, il Castello, già di per sé eclettico, ospita tele del Procaccini e del Morazzone accanto a quadri di Hayez e Cremona, Ranzoni e il primo Balla divisionista. Ora al Castello di Masnago è di scena un’interessante mostra frutto del lavoro di due anni grazie alla disponibilità di collezioni private varesine. Opere, quelle esposte sino all’8 settembre, raccolte sotto il titolo “Come la luce: dai Macchiaioli allo Spazialismo”, come dire da Fattori a Fontana. Due secoli di pregevole pittura. Nomi alcuni meno celebri, Albertini e Tommasi, Miti Zanetti, Maggi, Pellini. Altri celebratissimi: Achille Funi, presente con una sensuale “Cleopatra”, Giorgio De Chirico, ovviamente suo lo scalpitante “Cavallo orientale sulla spiaggia”, Roberto Crippa, autore di un modernissimo, sfolgorante “Sole rosso”. Corredata da un catalogo edito da TraRari Tipi, ideata e poi curata da Debora Ferrari e Luca Traini, la mostra, seguendo l’evoluzione della “materia luce” nelle opere pittoriche e, insieme, nel gusto borghese per la piccola scultura a cavallo fra Otto e Novecento, non dimentica neppure eleganti suppellettili quotidiane come servizi di porcellana e vasi a firma di “designer” di un secolo fa. Soprattutto i curatori tengono a sottolineare come l’esposizione riconsegni, almeno temporaneamente, alla storia dell’arte opere nascoste ai più per oltre cinquant’anni perché parti della vita di casa dei collezionisti, pezzi unici, pezzi rari, magari in attesa di una preziosa conferma d’attribuzione. Una mostra che toglie anche al gusto del collezionismo l’aura tradizionale dell’egoismo per conferirgli un nuovo senso civico di appartenenza alla società contemporanea.

Castello di Masnago, Varese, via Cola di Rienzo 42. Sino all’8 settembre. Catalogo TraRari Tipi. Info: 0332.820409.