LORENZO CRESPI
Cronaca

Pronto soccorso alla svolta: "Sì alla riorganizzazione ma con iter partecipato"

È l’auspicio del sindaco Galimberti e del consigliere alla sanità Bonoldi in vista della scadenza che tra pochi mesi vedrà il reparto cambiare guida.

Pronto soccorso alla svolta: "Sì alla riorganizzazione ma con iter partecipato"

Pronto soccorso alla svolta: "Sì alla riorganizzazione ma con iter partecipato"

La riorganizzazione del Pronto Soccorso di Varese avvenga attraverso un percorso partecipato. È l’auspicio espresso dal sindaco Davide Galimberti e dal consigliere delegato alla sanità Guido Bonoldi, in vista di una scadenza significativa: tra pochi mesi il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Circolo cambierà guida. "La modifica dei vertici di questo reparto importante e decisivo in ogni ospedale e maggiormente a Varese deve essere l’occasione per aprire un confronto ed un dialogo con le istituzioni maggiormente interessate ed i territori su cui il pronto soccorso opera", scrivono Galimberti e Bonoldi. I due sottolineano l’importanza di ascoltare medici di base, personale sanitario, servizi socioassistenziali dei Comuni, Rsa e le Rsd della zona per capire come questi soggetti esterni possano contribuire a migliorare i servizi del Pronto Soccorso e a decongestionarlo. "Ciò in ragione del fatto che rispetto a 4 anni fa quando è stato riorganizzato il reparto molto è cambiato: abbiamo avuto il Covid che ci ha fatto scoprire l’importanza della medicina territoriale e diffusa, l’entrata in vigore della riforma sanitaria con le case di comunità che devono entrare nella reale organizzazione sanitaria e nel percepito delle persone, il progressivo invecchiamento della popolazione e una sempre maggiore necessità di operatori sanitari". Galimberti e Bonoldi insistono sul fatto che vengano rese concretamente operative le Case di comunità, perché possano offrire un’alternativa alla gestione dei codici minori e meno gravi. A tal proposito ricordano come nelle scorse settimane siano state numerose le pressioni a cui sono stati sottoposti i reparti di Ps lombardi, "ed anche quello varesino non è stato da meno". Quello proposto dal Comune vuole essere un metodo "interessante soprattutto in un momento storico dove al di là delle posizioni politiche è fondamentale preservare il sistema sanitario, le prestazioni, la loro qualità ed un’attenzione particolare per gli operatori". Infine non manca un accenno alla città del futuro. "Nel caso di Varese tale sperimentazione di partecipazione potrebbe essere particolarmente utile anche in relazione al percorso avviato per la stesura del nuovo Pgt del capoluogo che con il suo piano dei servizi dovrà porre un forte accento alle questioni sociosanitarie".