Varese, inchiesta insabbiata sulla clinica privata: il pm Abate resiste

Il magistrato indagato per favoreggiamento sul caso La Quiete: accuse assurde

Il pm Agostino Abate

Il pm Agostino Abate

Varese, 5 agosto 2017 - Quell'inchiesta pare proprio non gli andasse giù. Due denunce rimaste nel cassetto per un paio d’anni, senza essere prese in considerazione. Nessuna iscrizione nel registro degli indagati, nessun approfondimento e la garbata richiesta agli uomini della Guardia di Ffnanza di lasciare cadere la vicenda. Agostino Abate, il discusso pm varesino, trasferito dal Csm a Como nel 2015 a causa di irregolarità nel suo lavoro, ora cambia ruolo e diventa a sua volta indagato.

A metterlo sotto la lente, i colleghi della Procura di Brescia, che lo ritengono responsabile di abuso d’ufficio e favoreggiamento. Tutto nasce dai problemi di bilancio di una clinica privata del capoluogo prealpino, La Quiete. Tasse non pagate, contributi dei dipendenti e multe per oltre tre milioni di euro, su cui - nell’ipotesi dei magistrati bresciani Mauro Leo Tenaglia e Sandro Raimondi, ora trasferito a Trento - Abate avrebbe volontariamente steso un velo pietoso. Al punto da commettere abuso, ignorando i propri doveri e facendo un favore alle persone che avrebbe dovuto sottoporre a inchiesta. Il centro La Quiete di Varese, ceduto dai fratelli Riva, Enrico, Michele e Sofia, ai fratelli Polita, era finito al centro delle polemiche. Nel 2010 era partita la denuncia per il mancato pagamento di tasse e contributi da parte della vecchia proprietà.

«Accuse da respingere – dice l’avvocato Alberto Scapaticci, che difende il pm ora passato al civile –. Abbiamo chiesto di essere sentiti venerdì, in quella sede metteremo in chiaro la nostra posizione». L’indagine aveva preso una svolta a febbraio. Allora, il magistrato replicò negando ogni addebito e ora contrattacca. «Da sette anni Sandro Polita inonda la Procura di Brescia di esposti contro di me e chi si è occupato delle sue attività – sostiene Abate –. Ha lanciato accuse calunniose e ricevo notizia di continue archiviazioni».